Dopo aver iniziato con una certa ambizione nel 2005, e aver saltato l'edizione 2006, "Malpensart" ritorna quest'anno, ridimensionata e defilata all'interno della manifestazione fieristica "ArredoeCasa".
Questo abbinamento, questa mostra nella mostra, suona del resto più pertinente che non il connubio con la fiera "Motori e sapori", andato in scena due anni or sono. Con esiti tutti da discutere. La curatrice è ancora Fabrizia Buzio Negri, che in tempi record ha "selezionato" una quindicina di artisti, dell'area di Varese e di Milano, tra quelli nella sua orbita. Tra questi Vanni Bellea, Franca Carra, Gigi Mascetti, Graziella Zanaboni, Ezio Pinciroli, Carola Benzi. Marco Saporiti, e una pattuglia di autori provenienti dall'area milanese, come Gino Corsanini o Adelio Caimi.
Il bacino di provenienza è, in forme più ridotte rispetto all'edizione di due anni, il Circolo degli artisti di Varese, dalla stessa Negri gestito culturalmente, privilegiando forse esperienze più giovani. Non vi è una vera linea critica in queste scelte, se non quella della eclitticità imperante nel contemporaneo, tanto scontata quanto ogni volta da verificare nel vivo delle opere.
Grande incognita di Malpensart 2007, la presenza delle gallerie del settore, in genere colonna portante di una manifestazione fieristica. 33 nella passata edizione, 10 annunciate quest'anno, quindi 5, e finalmente l'organizzazione ha evitato di pronunciarsi, preferendo l'anonimato di gallerie fantasma che vedremo o non vedremo (andarci è d'obbligo) negli stand di Busto.
Agli artisti superstiti si è comunque garantito un afflusso di 1800 spettatori, la cifra di quelli che hanno visitato "ArredoeCasa" l'anno scorso. Non è poco, in periodi di sempre più ridotte occasioni, per le opere, di farsi notare e magari acquistare. Il mercato dell'arte è infatti affare di pochi, di chi entra in circuiti commerciali e promozionali proibitivi ai più.
Nulla di scandaloso, anzi, se l'arte si sposa all'arredo, sia della casa che della città. In certo qual modo, così è sempre stato. Soltanto che spazi come quelli di Malpensafiera, potenzialmente in grado di intercettare un consistente numero di operatori e clienti, necessiterebbero di una programmazione e gestione un po' più avveduta.