Osservatore di spazi – Si intitola Geografia dello sguardo. Immagini di città, il contributo che l'architetto-fotografo gallaratese Marco Introini ha scritto per Eikon, la rivista edita da Franco Maria Ricci che dedica il suo ultimo numero al tema del viaggio. Il viaggio raccontato dallo scrittore, il viaggio dell'intellettuale, il Gran Tour di classica memoria, il ricordo di Felix Beato, fecondo pioniere del fotogiornalismo ottocentesco e inventore della fotografia panoramica. E la fenomenologia del viaggio di Introini, fotografo da sempre abituato a non scindere la sua esperienza di osservatore di spazi da quella di studioso dell'antropizzazione del paesaggio.
Appuntamenti monografici – Eikon, nata nei primi mesi dello scorso anno è una nuova pubblicazione edita dallo storico marchio editoriale. Diretta dall'ex direttore dei Civici Musei varesini Flaminio Gualdoni, è dedicata alla cultura visiva contemporanea. E non solo. Ad una riflessione sulle arti del presente e a come l'intellettuale di oggi vede, reinterpreta i segni culturali e visivi del passato. La fede e le arti; L'impegno; Il corpo; Il libro e l'artista; questi i temi delle prime uscite monografiche. A questi si è aggiunto oggi il numero dedicato al Viaggio.
Diario di bordo – "Gualdoni mi ha chiesto di scrivere un testo incentrato sul viaggio del fotografo", racconta Introini, la cui credibilità e statura d'artista è sancita dalla presenza di suoi lavori negli archivi del MOMA di New York, in quello CSAC Università di Parma, e presso il MIFAV di Roma. E lui ha scritto: una sorta di diario di bordo, con le coordinate essenziali, necessarie a preparsi ad un percorso che è sempre di conoscenza, alla scoperta; di conferme e delusioni.
La marcia del soldato – "Non interessa più una consequenzialità geografico-temporale delle fotografie ma una famigliarità, una simpatia, tanto da costruire un nuovo paesaggio di esperienze personali", scrive nel saggio Introini. Una 'simpati' a che nasce a casa, studiando i dettagli della cartina, la toponomastica: "la carta, la mappa con i suoi segni codificati, con la sua bidimensionalità mi inizia a raccontare del luogo, all'inizio dei miei segni che si sovrappone al ritmo dei segni convenzionali di qualsiasi carta geografica". Un viaggio stando fermo a cui poi si aggiungono altri segni, altre informazioni visive: "Individuo le connessioni, i collegamenti tra un segno e l'altro, inizio a tracciare il percorso che compirò nello spazio e nel tempo accompagnato dalla mia macchina fotografica". Fino al momento della verifica, quello in cui si gioca la responsabiltà, la sensibilità del fotografo: "La mia idea di progetto fotografico si modifica, si adatta al luogo, e ritorno sulla mappa (la sera, in albergo) per appuntare, modificare il percorso, cancellare, segnare ciò
che ho fotografato quasi fossi un soldato che segna l'avanzamento della conquista".
Nel Consiglio Nazionale – "Mi auguro che questo sia solo il primo passo di una futura, stabile collaboraione con Franco Maria Ricci", auspica Introini, docente presso il Politecnico di Milano e l'Istituto Europeo di Design dove insegna proprio Rappresentazione fotografica dell'architettura e che nel passato vanta collaborazioni con Gabriele Basilico e Mario Cresci. Intanto il suo profilo di recente è stato pubblicato all'interno del sito del Consiglio Nazionale degli Architetti.