La sua vita in bianco e nero – Scomparsa troppo giovane, a soli 54 anni, lasciando un vuoto incolmabile nelle persone che l'hanno conosciuta e nei suoi ammiratori che hanno affollato i teatri di tutto il mondo. Il mito di Maria Callas, il grande soprano greco adottato con amore dall'Italia, rivive a Villa Truffini. Una storia in bianco e nero, dove alle foto di scena si alternano momenti di vita privata. La sua vicenda umana ed artistica, in un continuo intreccio tra palcoscenico e realtà. Nello spazio tradatese sono molte le preziosità esposte: come i primi contratti, quando il compenso per la Callas era in natura – la futura Divina cantava agli esordi in cambio di pane e di un po' di carne; oppure gli occhiali che indossò sul set di 'Medea' di Pier Paolo Pasolini: il film con il quale provò a rilanciare la propria carriera ormai in declino, nel 1969. Ma anche immagini che ritraggono la Divina prima della sua trasformazione fisica, quando era ancora sovrappeso e poco aggraziata.
Una donna fragile e sola – Un percorso fotografico completo che testimonia le trasformazioni delle Callas e che si concentra sugli anni d'oro, a partire dal meraviglioso ingresso alla Scala di Milano nel 1951, messo in risalto da un gigantografia in bianco e nero. Più di ottanta le fotografie esposte provenienti dall'Archivio per Maria Callas di Monaco e dalla collezione privata di un appassionato, raccolte e allestite da Cristina Renso, dell'Associazione Flangini di Saronno. Tra le immagini non mancano testimonianze degli incontri della sua vita, sia privata che artistica; dal marito Meneghini al suo grande amore, l'armatore greco Onassis ai palcosceni dei teatri di tutto il mondo. Presente all'inaugurazione, che si è svolta il 24
gennaio, una cara amica della cantante lirica, Giovanna Lomazzi coautrice con Vittoria Crespi Morbio del libro 'Maria Callas. Gli anni della Scala'. Attraverso il suo racconto riemergono alcuni aspetti del carattere del soprano, a partire dalla sua grande fragilità. I molti successi ottenuti con fatica non sono bastati a donare una serenità durevole alla Divina che "ha avuto una vita tragica, segnata dalla solitudine" sottolinea la Lomazzi. "Era una donna fragile, bisognosa d'affetto" rimarca l'amica.
Emozioni contrastanti – Un'amicizia lunga una vita, che inizia quando ancora il vero successo della Callas doveva arrivare; Giovanna Lomazzi incontra la cantante prima del suo ingresso alla Scala: "l'ho conosciuta che era una magnifica cantante, ma che era una donna ancora discutibile, grassa e poco elegante, poi ho vissuto proprio vicino a lei la sua trasformazione, finchè è diventata questa meravigliosa donna, elegante bella, conosciuta in tutto il mondo". Una vita segnata da impennate e da crolli, dove raramente si scorgono attimi di tranquillità. Il periodo più bello dura per la Callas poco più di cinque anni, quando era ricercata in tutto il mondo e la sua voce regalava emozioni grandissime e rinnovava tradizionali rivalità, storicamente presenti tra i melomani: Callas contro Renata Tebaldi, così come nel secolo scorso Giuditta Pasta e Maria Malibran. Già negli anni Sessanta, quand'era ancora giovane, comincia il declino che la porterà poi a tentare altre strade "dal cinema, all'insegnamento, ma sono state tutti più o meno fallimenti", come ci racconta la Lomazzi. E in ultimo la solitudine in cui si ritira nella sua 'meravigliosa e tristissima' casa di Parigi dove muore nel 1977.