Nella tana del restauratore – L'incontro con la statua, in corso restauro, è dei più strani e coinvolgenti perché, inoltrandosi all'interno del laboratorio di Edoardo Binda, posto all'interno delle officine creative di Barasso, si incontra una vera e propria massa di oggetti antichi e meno antichi, mobili della nonna e altri più preziosi, in attesa di essere restituiti al loro splendore.
E, in mezzo a questa compagnia, si percepisce subito la presenza di un ospite davvero importante.
La Vergine, quando entriamo è lì, ancora coperta da un panno: Edoardo Binda la svela con enfasi ai nostri occhi: i lavori sono a buon punto, a quanto sembra.
La statua è spoglia di tutti i suoi preziosi abiti e lo sguardo ci restituisce una figura in legno, densa d'emozione e movimento, in atteggiamento di supplica e di dolore, adesso sempre più curato oggetto di devozione popolare.
Pregevoli e preziose cure – Ventun giorni di trattamenti in una camera ad atmosfera modificata per eliminare i parassiti del legno, tarli che potrebbero compromettere il futuro dell'opera; poi una pulitura della pelle del volto e delle braccia dai segni lasciati da altri restauratori meno esperti; infine alcuni tasselli e inserti in legno, per restituire integrità a tutta l'opera.
Queste le varie fasi di un restauro conservativo che darà alla statua nuova vita preparandola anche all'importante avvenimento di cui sarà protagonista domenica 20 settembre.
Una nuova coralità della Fede – Il restauro non ha rappresentato che il momento di preparazione di quello che sarà un grande evento: domenica 20, alla presenza del Cardinale Dionigi Tettamanzi – in una importante cerimonia, verrà posta sul capo della Vergine una corona d'oro realizzata con la fusione di oggetti cari ai fedeli gaviratesi: vere, catene d'oro, anelli.
Un modo per legare lo spirito di devozione alla storia e ai ricordi di ogni famiglia, un gesto corale di amore che riporterà – al centro della comunità – questa statua importante per Gavirate e per i suoi fedeli.