Milano – In ogni planimetria sussiste l’impronta di una origine, quale annuncio a una futura costruzione.
Marinus Boezem in “Bird’s – eye wiew” a cura di Lorenzo Bruni, ha creato, nella Galleria Fumagalli una installazione realizzata con semi di mangime per volatili.
A fronte di tale intervento un video descrive come l’identica condizione collocata sul tetto dello studio dell’artista subisca continue mutazioni di forma e sostanza dovute al succedersi delle stagioni e all’intervento dei volatili dando in tal modo significanza ai luoghi dove un’opera viene collocata e alla durata della sua integrità.
Il lavoro eseguito in Galleria si ispira alla Basilica di San Francesco di Assisi ed è sorretto da costellazioni parietali composte da rami di alberi.
In rapporto a tanta lirica fragilità sorgono antitetiche correlazioni letterarie dove il compimento di una cattedrale gotica in “I pilastri della terra” di Ken Follett impone la sua imperiosa presenza nello spazio e nella storia.
Altresì la planimetria di Boesem ((1934 Paesi Bassi) è uno spazio entro il quale si può accedere non necessariamente entrando dall’ingresso principale, ma da qualsiasi lato semplicemente valicando il misurato spazio della semina dando così l’idea di libera percorrenza d’azione e di pensiero.
A dire di quanto il concetto di relatività permei cose e persone concorre “The vanishing of the artist” dove sin dal 1965 il nome dell’arista scritto su uno specchio veniva cancellato dall’azione di un ventilatore.
Ora no, nell’identica opera concepita per lo spazio milanese la scritta non cede ai moti d’aria rivelando ambizioni di immortalità ironica irriverenza nei confronti di Santi e Dei.
Marinus Boezem – “Bird’s – eye wiw” – Galleria Fumagalli, Via Bonaventura Cavalieri 6. Fino al 5 aprile. Orario: martedì – sabato 11-19.
Mauro Bianchini