Milano – Se si dovesse definire il lavoro di un artista affidandosi a elementi fisici e extra sensoriali si potrebbe affermare che il disegno appartiene all’anima mentre l’opera compiuta, al corpo.
Con tali unità di misura si potrebbe generare la lettura di “Mario Schifano. Qualcos’altro”, a cura di Alberto Salvadori in collaborazione l’archivio Mario Schifano. in corso presso GiòMarconi.
Ironiche, inafferrabili e irriverenti, le opere in mostra vanno oltre la rigorosità del monocromo.
La controllata imperfezione messa in atto dall’artista allude ad una inafferrabilità che travalica la superficie piana, dopodiché si sorride poiché tra visitatore e opere si scorgono trame di complicità.
Sgocciolamenti, graffi, pennellate discontinue, spazi approssimativamente definiti arrivano straordinariamente al concepimento dell’opera perfetta
L’aspetto formale insito nei lavori esposti rivela l’emotività del creatore, le sue dinamiche d’azione, ma anche forte consapevolezza, sino alle sue intenzioni finali.
Così le tele rimandano ai disegni in un accumularsi di livelli connotativi atti a definire continuità tra segno, colore, forma e spazialità.
Tali elementi distinguono le opere di Schifano quale frutto di una ispirazione che prende fisionomia, respiro, movimento, sostanza.
“Mario Schifano. Qualcos’altro” – GiòMarconi, Via Tadino 20. Fino al20 marzo. Orario: martedì-sabato 11-19
Mauro Bianchini