L'artista e il fiume – Massimo Massarelli e il suo Ticino. Abbiamo imparato a conoscerlo così questo artista di Busto Arsizio che non perde occasione per rifugiarsi nei suoi paesaggi preferiti per carpirne luci e colori, alla maniera degli impressionisti. Un'arte en plein air che rivela il suo carattere di immediatezza nella stesura veloce del colore, lasciato colare volontariamente per ottenere effetti cromatici e trasparenze di grande suggestione. Per tutto il mese di agosto esporrà due sue opere alla collettiva "Estate al Mare" a Somma Lombardo. Ne parliamo con lui.
Al momento sta esponendo alla collettiva "Estate al mare"a Somma Lombardo. Di che opere si tratta?
"Sì, sono esposte due mie opere. Sono lavori che avevo già pronti nello studio, ma che mi sembravano esprimessero appieno il senso di questa mostra. Si tratta di due vedute marine della costa ligure realizzate, come sono solito fare, all'aria aperta. Il titolo della mostra "estate al mare, voglia di…" l'ho interpretato attraverso queste due opere come una voglia di evasione, di fuga dal quotidiano vivere, di perdersi nell'infinito di questi paesaggi, anche senza bisogno di andare alle Maldive o chissà in quale paradiso tropicale. Esistono luoghi semplici e splendidi non molto lontano da noi."
Si riferisce per caso anche al suo amato Ticino, soggetto prediletto della sua pittura?
"Sì, certo. In questa mostra non l'ho potuto portare con me, ma ci sto lavorando ancora. E' la mia fonte d'ispirazione per eccellenza e ormai c'è un rapporto di affetto con queste terre dimenticate. Mi rammarica constatare che in pochi lo conoscono e lo apprezzano davvero. Io ovviamente gli faccio visita spesso, magari al mattino presto quando ancora si sente l'aroma di qualche essenza che in città te la sogni proprio. Il mio progetto, che spero di realizzare al più presto, è quello di allestire una mia mostra proprio all'interno del Parco del Ticino, facendo dialogare le mie opere con la natura che le ha ispirate e nutrite. Non potrei rendergli omaggio più sentito."
In occasione della sua ultima mostra a Busto Arsizio si era mostrato un po' scettico sulla sensibilità della sua città nei confronti dell'arte. A mostra conclusa si sente di cambiare opinione?
"Assolutamente no. Rimango fermamente convinto della mia opinione. Vedo poca attenzione nei confronti degli artisti del territorio che magari da anni si dedicano con impegno e passione all'arte. Si va alla ricerca del nome grosso che è sulla bocca di tutti e che fa mercato. Non voglio essere io a giudicare però. Non sono certo la persona più adatta a farlo visto che volontariamente mi pongo un po' fuori dal giro."
In che senso si tiene un po' al di fuori del sistema dell'arte?
"Mi reputo una persona semplice che cerca di portare il suo contributo personale all'arte in maniera molto spontanea, ma anche con impegno e serietà. Così come nascono le mie opere, all'aria aperta, così mi piacerebbe fare le mie esposizioni, in maniera più "gretta", nel senso bello e buono del termine. Provenendo da una famiglia molto normale e di modeste origini, non poteva certo venir fuori un "perbenista". In fondo, in me c'è un po' uno spirito anti istituzionale, un po' naif che crede che l'arte sia per tutti, che debba avvicinare la gente normale e non diventare, invece, un qualcosa di criptico riservato solo agli addetti speciali o ad un'élite."
Dopo la sua personale ha esposto altrove?
"Sì, una mia opera ha partecipato alla tappa mantovana della mostra "un metro e oltre" organizzata dalla On the road Art Gallery. Da marzo, inoltre, sono diventato presidente dell'associazione Alfa 3A di Gallarate, incarico di cui vado molto fiero. Nel frattempo continuo a lavorare: sto portando avanti i grandi formati, ma nel contempo sono anche nati piccoli schizzi su appunti di viaggio che mi stanno facendo sperimentare il contatto con la carta. Chissà che da lì non possa nascere un percorso in quella direzione."
Molti che vedono le sue opere la mettono a confronto con l'artista Antonio Pedretti, è vero?
"Sì, un artista che stimo moltissimo. Il confronto nasce dal tema naturalistico e anche dalle tonalità imbevute di luce. Ma il percorso è molto diverso: lui lavora in studio e arriva a delle graffiature sulla tela, mentre le mie sono esili pennellate o colature nascono nell'immediatezza della creazione artistica che per me si conclude in genere in un'unica seduta. Lavorando all'aria aperta cerco di catturare le impressioni di luce che mi colpiscono affidandomi alla spontaneità del colore."