Alla ricerca della giusta nota – Studiare le tecniche artistiche, le reazioni del colore, le forme, i soggetti, le scelte tematiche. Un avvicinamento quasi improvviso all'arte e il desiderio di descrivere il mondo circostante minuto per minuto, volto per volto. Assisi 1999: Massimo Bini scopre l'amore per la pittura. Da subito un forte desiderio di ritrarre il mondo circostante con un'attenzione particolare alle persone, vicine e lontane, agli sguardi, ai modi, ai comportamenti, alle relazioni. Dal fare all'osservare quello che è stato fatto: "Ho cominciato a studiare, dall'arte classica al contemporaneo – racconta Bini – apprezzando i grandi come Leonardo e traendo da questi accorgimenti e soluzioni tecniche. Ma l'arte che più mi ha coinvolto è quella degli Impressionisti e di altri autori a questi molto vicini. Cézanne è una potenza".
L'amore nell'arte – Guardare alla storia dell'arte contemporanea per lasciarsi ispirare, per cogliere e far proprio quell'amore che spinge gli artisti ad esprimere le passioni sulla tela. "Un esempio su tutti Modigliani, l'amore e il rispetto per le donne, per le sue donne, per il corpo sensuale e reale; ma anche la grande potenza di
Picasso, il suo non era amore", precisa l'artista. La donna è fin dalle primissime opere il soggetto prediletto: "Donne gravide – i primi quadri – esprimono la femminilità assoluta". E poi figure solari dai colori caldi, donne appena accennate fuoriescono dal fondo della tela, donne esili e sottili ritratte sulla leggerezza della carta. La sperimentazione è continua non ha limiti nè restrizioni. Risalgono agli ultimi anni opere su tavola: "L'opera è lasciata in totale libertà – racconta Bini – il supporto ligneo non è costretto in una cornice o a strutture circoscritte, ma è libero di diventare è prendere la forma che deve assumere".
Note cromatiche libere – "Sono alla continua ricerca della nota di colore giusta. In ogni opera è come se prendessi la tastiera del pianoforte, togliessi i tasti e ne creassi di nuovi ogni volta". L'artista non ha infatti una gamma riconoscibile d'impatto, ma tinte e atmosfere che cambiano e seguono l'istinto del momento, il sentimento dell'istante. E' il quotidiano a ispirare Bini, sono i
movimenti, i dialoghi e le persone che si incontrano. Pochi i paesaggi nella produzione, che conta oltre trecento pezzi, di Massimo Bini: "Rappresentano l'emozioni di un momento particolare che mi ha colpito e che riporto in pittura, ma non mi permette di esprimere ciò che voglio, i sentimenti, l'amore, i rapporti umani", confessa.
Il supporto è opera – Spesso Bini non si limita alla realizzazione della pittura, ma si dedica anche alla creazione del supporto, la tela come la tavola. "Il fondo è da raccontare, è da osservare, nasconde molto di più di quello che si crede. Sono molto attento a questo a non tralasciare, ma a dare rilievo anche a questo oltre al soggetto". Pochi ma significativi esempi di materia lavorata con energia trovano posto accanto alle sue più consuete creazioni: "Sento il bisogno di materia". Piccole composizioni di legno e tela, modellati, manipolati, contorti, distorti, tinte chiare e sottili, quasi impercettibili giochi di rilievi e disegni. Questo uno degli esempi di sperimentazione istintiva dell'artista. I lavori più recenti rispondono proprio ad un'esigenza personale di Bini, il desiderio di ridere o sorridere: "Opere grafiche su piccolo formato –
spiega Bini – realizzate a china su carta con personaggi ironici. Sono opere che mi realizzano dandomi la possibilità di raccontare in un breve momento quello che provo, nella rapidità del tratto, nell'immediatezza dell'atto grafico; senza tralasciare la dimensione ridotta che inquadra perfettamente la scena che ho in mente".
Nel circuito dei desideri – E' il 2002, a soli tre anni dall'avvicinamento alla pittura, Massimo Bini è protagonista di una mostra personale al 'Palazzo Congressi' di Cecina. L'esposizione è organizzata in collaborazione con un caro amico e noto grafico del luogo e riscuote interessanti critiche e attenzioni da parte del pubblico, di collezionisti e di affermati pittori. Ha così inizio una serie di mostre in tutta Italia, da Livorno, Merano, Venezia. Sarà possibile conoscere e ammirare da vicino le opere di Massimo Bini al Caffè Colombo di Busto Arsizio il prossimo mese di maggio.
Le note dell'arte, tenui o forti, leggere o marcate, vivaci o smorzate, cupe o solari, creano la sinfonia, sempre rigenerata dell'artista.