Busto A. – “Se questo vale”: una domanda, un’affermazione, una riflessione… il titolo della personale di Giovanna Giachetti aperta da sabato 6 novembre, (con inaugurazione alle 18) a Palazzo Cicogna. Ognuno potrà dare il proprio significato a queste tre parole, “Se questo vale”, visitando la mostra e ammirando le opere dell’artista la cui espressione è contaminata dai colori e dai profumi dell’Africa, dove è cresciuta. Il mal d’Africa, si sà, è contagioso e soprattutto entra nell’anima e guarire è impossibile. Quell’euforia” di toni caldi, avvolgenti e allegri, lo confermano.
A caratterizzare l’opera della Giachetti sono anche i materiali di scarto ai quali ridona vita. Potrebbe “suonare” come la solita frase che si usa parlando di riciclo ma, in questo caso l’artista li rinobilita togliendo, come nel caso della plastica, tutta la parte negativa, “nociva”, per svelarne la bellezza. Come l’uso del poletilene, quel telo usato in giardino, che sapientemente e con pazienza lavora trasformandolo in preziosi arazzi intarsiati con migliaia di punti colorati, . Un intreccio di fili colorati che danno vita a un tessuto luminoso dove orditi e trame incontrano un vissuto fatto di storia, tradizioni, poesia e passioni.
Con la sua tecnica, l’artista indaga e interpreta differenti tematiche: dalla natura con boschi segreti, cascate e sorgenti d’acqua, l’inafferrabilità della vita, la questione della femminilità (alla quale è dedicata una sala) la perdita dei ritmi naturali e della ritualità in un mondo frenetico e distratto. Messaggi forti e materiali semplici, tinte sgargianti per evocare lo scorrere dell’acqua, il calore del sole e del fuoco e della passione.
L’artista, che in passato si è dedicata anche alla scultura (lavorando marmo, cemento… ) torna a incidere la materia questa volta prediligendo la lamiera (della quale è ricca l’Africa) battuta e dipinta, in cui sono ritagliati sagome, figure sottili, presenze che popolano le sale di Palazzo Cicogna e accompagnano i visitatori alla scoperta dell’opera e dell’artista.
La mostra, a cura di Marta Orsola Sironi, proseguirà sino al 5 dicembre con i seguenti orari: martedì-giovedì 14.30-18; venerdì 9.30-13, 14.30-18; sabato 14.30-18.30; domenica 15-18.30. In occasione del finissage verrà presentato il libro monografico “Giovanna Giachetti, 2020 from 2015” con testi di Martina Corgnati, Maria Fratelli, Elisabetta Longari e Marta Orsola Sironi.
Note biografiche:
Giovanna Giachetti è un’artista visiva attiva tra Milano e il Canavese. Nata a La-Chaux des Fonds nel 1964, cresce in Nigeria e si diploma in scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino. Dal 2015 sperimenta la tecnica della lamiera battuta e dipinta, cui negli ultimi anni si aggiunge il lavoro tessile su piattina di polietilene stabilizzata. Sia il metallo di scarto sia i teli di plastica, materiali apparentemente brutti e poveri, si trasformano tra le sue mani in opere d’arte, allargando lo sguardo dello spettatore verso nuovi aspetti prima sconosciuti o trascurati della realtà. Tra le sue mostre più recenti si ricordano “Giovanna Giachetti – Lo sguardo di Cassandra” alla Fondazione Mastroianni di Arpino (2019), “Quinto punto cardinale” presso la Fondazione Horcynus Orca di Messina (2019) e la personale “Giovanna Giachetti – Acqua Fuoco Plastica Metalli” a Museo Studio Francesco Messina di Milano (2020).