Una ricerca profonda – Lo studio Torresan propone all'Iris Cafè, ancora fresco di inaugurazione, una mostra che intende celebrare uno tra i maestri più significativi della città: Matteo Piccaia. L'artista, a tutti noto, anche per la centralità del suo atelier, da sempre collocato in piazza Garibaldi, per gli amanti dell'arte è associato indubbiamente alla puntuale ricerca artistica che ha sempre caratterizzato il suo operare. Matteo Piccaia colloca la sua opera al centro di un crucivia di correnti e stili, da cui trae alimento e che le donano un respiro maggiore. Il confronto con le personalità che hanno tracciato la fisionomia della contemporaneità (De Chirico, Morlotti, De Pisis, Turcato, Vedova) testimoniano la profondità di vedute del nostro artista.
Arte come quiete – Le opere esposte sono solo un "assaggio" della sua vasta produzione e vogliono solleticare l'attenzione del pubblico, grazie alla gioia del colore che trasmettono. Soffermandoci su questi quadri l'attenzione è dapprima attratta dagli oggetti della quotidianità, dalle forme riconoscibili del nostro vivere, che però si presentano quasi come presenze di un mondo che nel frattempo si sta trasformando e sa già di sogno. I segni di questo vivere concreto sono trasfigurati e vengono assorbiti all'interno della magia del quadro che comunica per colori e forme astratte. C'è un che di
vagamente surrealista nel presentare oggetti decontestualizzati e resi con una semplicità di costruzione quasi naif. Questo è ciò che Piccaia offre al suo pubblico: l'occasione per distogliere lo sguardo a ciò che ci sta vicino e perdersi nelle fantasie del colore, concederci un attimo di riflessione, " un momento di quiete miracolosa, un alito, quasi, di panica religiosità, nel mezzo di un mondo trasformato dalla macchina, travolto dalle mitologie del consumismo (…) Un approdo infine per l'uomo che all'opera d'arte chiede un ristoro dello spirito", come già osservava chi si accostava alla sua pittura negli anni settanta.
Dentro al quadro – Il messaggio di Piccaia è puro e si realizza tutto nello stupore di un attimo. Invita a lasciarsi abbandonare e a entrare in contatto con l'opera, come la sua Elena Bianca, una figura evanescente che "ti viene incontro, ti sfiora quasi a suggerirti un misterioso messaggio: la "signora del lago" ti guarda con delicatezza e quasi con un sorriso mentre ti sta "sfiorando" e mentre tu sei già "al di là", come conferma il curatore Paolo Torresan, che da questa figura è rimasto particolarmente colpito.
Ma Basta uno sguardo perché alla nostra Elena si faccia avanti l'emozione di quell'azzurro cielo che tutto assorbe e tutto porta via, e noi con lui.
Ad un maestro che ancora dopo tanti anni sa dov'è racchiuso il potere purificatore dell'arte è dedicata questa mostra.
Matteo Piccaia
dal 6 ottobre al 30 novembre
Iris Caffè
Via G.B. Bossi, Busto Arsizio
orari: tutti i giorni dalle 7.15 alle 20.30-mercoledì e venerdì fino alle 24