Testa di Efebo, Museo d'Arte di GinevraTesta di Efebo, Museo d'Arte
di Ginevra

A qualcuno piace classico – Niente smanie da Flash mob, performance, happening. Mendrisio non cade sotto il canto ammaliatore delle mostre pre-confezionate, dei manga o dell'evento a tutti i costi. In programma per i Mondiali di ciclismo su strada, la città elvetica mette sul campo una mostra che si annuncia in controtendenza, nonché di alto spessore dal punto di vista del valore culturale e dell'originalità: "Gli atleti di Zeus. Lo sport nell'antichità". La cultura classica approda in Canton Ticino dal 13 settembre con un'esposizione di oltre cento oggetti: dalla scultura all'arte vascolare, dai bronzi alle piccole terrecotte. Attraverso un ricco ventaglio di capolavori, viene indagata l'importanza della figura dell'atleta e del suo gesto nelle arti, così come vennero concepiti all'origine della cultura occidentale e poi tramandati fino ai nostri giorni.

Un ventaglio internazionale – È la prima volta che il Ticino

Ceramica attica a figure nere, inizio del V secolo a. C.Ceramica attica a figure nere,
inizio del V secolo a. C.

accoglie, negli spazi rinnovati e ampliati dell'antico complesso di San Giovanni a Mendrisio, una mostra di antichità classica di tale ampiezza, con pezzi straordinari provenienti dalle collezioni archeologiche di alcuni tra i maggiori musei europei: Basilea, Dresda, Francoforte, Ginevra, Kassel, Losanna, Monaco e Zurigo. Un'esposizione che, fra torsi, bronzi, coppe, oggetti tipici del mondo delle palestre, strigili e boccette di oli profumati, mira a rievocare tutto il fascino del mondo dello sport nell'antichità, i suoi valori e le sue storie mitiche.

Questione di cittadinanza – Come abbiamo imparato da Aristotele, nell'antica Grecia il ruolo formativo ed educativo era svolto principalmente dal teatro che non veniva considerato come semplice occasione di divertimento e di evasione, ma piuttosto come un luogo dove la città si riuniva per celebrare le antiche storie del mito, patrimonio comune della cittadinanza. Lo spettatore si recava a teatro per imparare precetti religiosi, per riflettere sul mistero dell'esistenza, per rafforzare il senso della comunità civica. Quasi sullo stesso piano, l'attività sportiva assumeva un ruolo dominante nella formazione individuale, divenendo un elemento decisivo nella strutturazione del tessuto sociale.

Discobolo, bronzo, epoca romana, da un originale di MironeDiscobolo, epoca romana,
da un originale di Mirone

I campioni dell'antichità – Nell'Iliade i giochi funebri dedicati a Patroclo servono a garantire la coesione della comunità e, allo stesso tempo, ribadiscono l'eccellenza degli eroi. Con il concetto di kalos kai agathos (bello e buono) si designa un ideale maschile, dove l'aspetto estetico è specchio di qualità morali ed etiche. Per questa ragione l'atleta vittorioso, nella società greca, beneficia di un'aura epica: le sue vittorie danno lustro alla comunità di appartenenza che, più o meno implicitamente, lo elegge come suo "campione". Sullo sfondo della Grecia classica, popolata di atleti alle prese con allenamenti nei ginnasi, gare e vittorie nelle tradizionali discipline olimpiche, prendono vita le vicende narrate da Omero: del grande Odisseo, di Aiace, di Antiloco, del valoroso Diomede e di altri eroi. Ma prima fra tutte, appare la figura mitologica di Eracle, figlio di Zeus, che per primo traccia le linee di un sacro campo, dedicandolo a suo padre e consacrandolo allo sport e al culto.

Il percorso espositivo – La mostra, curata da Simone

Torso del discoforo, copia romana in marmo di un originale in brTorso del discoforo, copia romana
da Policleto

Soldini, Esaù Dozio e Carlo-Maria Fallani, accompagna lo spettatore in un percorso cronologico-tematico. Da una sezione incentrata sulle origini del mito e della storia, ricca di capolavori – con anfore del periodo geometrico e a figure nere – e animata da alcune opere di altre antiche civiltà (egizia, assira, nuragica), si passa alle varie discipline sportive, alla preparazione in palestra, alle gare e alle vittorie. Oltre alle competizioni proprie dell'atletica (le corse, il salto in lungo, il giavellotto, il pentathlon) trovano ampio spazio competizioni come il pugilato, le gare ippiche, documentate da capolavori come l'Anfora panatenaica coi lottatori, opera di Exekias; il Discobolo in bronzo d'epoca romana, ispirato all'originale di Mirone o la Coppa dipinta da Macrone, ceramica attica a figure rosse. Ma il percorso è costellato da altri capolavori, quali la celebre Cohe del Pittore di Achille o la splendida Testa di Diadumeno, copia romana da Policleto, oltre ad interessanti e curiosi reperti come la scultura in marmo di "Mano di pugile con "caestus" (un primo, antico guantone) di epoca romana che ricorda i cruenti incontri dipinti con grande verismo su vasi e anfore.

GLI ATLETI DI ZEUS
Lo sport nell'antichità

Museo d'arte di Mendrisio
Dal 13 settembre – 10  gennaio 2010
Mostra a cura di Simone Soldini, Esaù Dozio e Carlo-Maria Fallani
Info 0041 91 640 33 50 
www.mendrisio.ch