Varese – Non c'e design questa volta, e nemmeno il suo lato progettuale architettonico-urbanistico. La mostra che Marcello Morandini, una piccola antologica, sul modello di quella "andata in scena" alcuni mesi fa al Museo Ritter in Germania, ha portato all'interno dei nuovi spazi espositivi di Palazzo Gaiotti a Vittorio Veneto si compone di una quarantina di pezzi, tutti esclusivamente legati alla ricerca artistica.
Il discorso, in effetti, è quasi di pura lana caprina per Morandini, che ha fatto dell'unità di stile la pietra angolare del suo operare nei vari terreni in cui si è misurato. La riprova sta, ed sempio, nell'importante appuntamento previsto per venerdì nove marzo quando, nella stessa sede, vi sarà un importante incontro proprio sul tema del design e sulle implicazioni a livello di cultura industriale.
Morandini sarà una sorta di ospite d'onore. Al suo fianco lo storico e critico dell'arte Luca Massimo Barbero, già vicepresidente esecutivo del Guggenheim International Circle e presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Con loro, anche figure politiche e membri dell'Associazione Industriali del Veneto.
Sarà invece di marmo bianco del Trentino e granito nero assoluto d'Africa, in un disegno rigorosamente geometrico, forte, lapidario, il nuovo progetto urbanistico di Morandini che sarà inaugurato ai primi di aprile in Germania, una volta di più terra d'elezione dell'artista. Si tratta di un edificio di proprietà della ditta Pema, pane integrale diffuso in tutto il mondo per intenderci, nella cittadina turistica di Weissenstadt, a nord di Norimberga.
Qui, i proprietari hanno avuto l'idea di trasformare un vecchio stabile in un nuovo centro culturale polifunzionale per tutto il circondario. Il progetto complessivo di Morandini, che prevedeva l'intera copertura del corpo di fabbrica, poi ridotto alla sola facciata per motivi di costi, è stato affidato ad una ditta di Bergamo specializzata in questo genere di interventi.