Come annunciato – Già da primo sguardo, abbiamo dovuto dar ragione a quanto annunciato dal direttore di Miart, Alessandro Cappello: la qualità caratterizzerà la 15° edizione come quella dell'anno passato. Addentrandoci sempre più di persona negli spazi espositivi delle numerose gallerie, partecipanti alla kermesse, la sensazione sinceramente è stata positiva: si è respirata aria buona! Il desiderio di vedere arte di livello non è stata disatteso. Artisti moderni e contemporanei, italiani e stranieri, hanno decisamente soddisfatto anche l'occhio e lo spirito più esigenti, e a ben guardare quest'anno l'arte sperimentale e giovane ha eguagliato, in qualità, quella tradizionale rappresentata da Boetti, Fontana, Warhol, Pomodoro, Chagall, De Chirico, Picasso, Balla e tanti altri.
Varietà di visitatori e opere – Un mondo variopinto si è distribuito tra i diversi stand della fiera, dagli intenditori ai neofiti, dai giovani agli anziani, dai critici ai collezionisti ai giornalisti fino a comprendere diversi bambini, incuriositi, come i genitori, dalle stravaganze e dalle ricerche dell'arte contemporanea. Interattiva e divertente l'optical art, azzardata e forse per questo accattivante l'arte di autori che hanno fatto della creatività e dei materiali più disparati il loro modo di essere, vivere ed esprimersi. Molti i dipinti, le sculture e le installazioni che travalicano i confini dei materiali propri delle loro discipline: tutto si mescola, si confronta e a volte si scontra come nel villaggio globale. Disparate le idee e i loro risultati da un lato, comune l'amarezza di
'Yellow Prison over Blue Prison'
2009
molte gallerie italiane dall'altro, costrette, come si legge nel catalogo, a fare i conti con un sistema dell'arte che in Italia non esiste o stenta a decollare.
Eppure c'è un senso di amarezza – Siamo alle solite! Tanti i giovani artisti meritevoli, che hanno posto la loro residenza all'estero, perché il nostro Paese non si pone in alcun modo verso la scena internazionale, e tanta la delusione di molti galleristi consapevoli che, benché la nostra arte contemporanea sia sempre stata e sia tuttora effervescente, il sistema dell'arte italiano è carente nella promozione e nel sostegno agli artisti. Laddove le istituzioni non esistono, sono proprio le gallerie private a svolgere un ruolo strategico per molti di loro a livello nazionale ed internazionale, e, pur tra le mille difficoltà che esistono nella sponsorizzazione dell'arte, soprattutto delle nuove tendenze, le gallerie perseguono da anni linee estetiche coerenti e di grande lungimiranza artistica. Se dobbiamo dunque parlare dei pregi di Miart, beh allora guardiamo innanzitutto a questo, al fatto, cioè, che se vogliamo incontrare l'arte contemporanea vera in Italia dobbiamo darci appuntamento in questa fiera ogni anno o entrare nelle tante gallerie che ogni giorno sfidano un sistema artistico, economico e sociale, ottuso come quello del nostro Bel Paese.