Tempo di meditazioni – Cambio di direzione a Cerro di Laveno. Tempo di meditazione, per il sindaco Ercole Ielmini e il suo staff. Il problema del Museo Internazionale del Design Ceramico da tecnico investe ora altre sfere e presenta altri nodi che in queste ore stanno cercando di dipanarsi. E la poltrona di direttore, per la quale nei mesi scorsi era stata prevista una selezione pubblica, è destinata a rimanere vacante per un tempo che si prospetta lungo, forse anche due o tre anni. Ma è un tempo che tuttavia non sarà inutile.
La convenzione – Quello che ora si prospetta, a quanto trapela dall'amministrazione lavenese, è una scelta di convenzionamento del museo ceramico con un altro museo affine; un museo, a quanto dato di intendere, sufficientemente prestigioso e consolidato da poter offrire garanzie di partnership formativa, 'di accompagnamento' così da creare il terreno utile per un processo di consolidamento anche in assenza di una figura direttoriale vera e propria nell'immediato. Conferma il sindaco Ielmini: "E' una delle ipotesi a cui si sta lavorando, per risolvere una situazione a questo punto difficile".
I contatti già avviati – Il MIDC già da tempo si è aperto a collaborazioni di un certo livello; attraverso collaborazioni con l'Università dell'Insubria per promuovere un Master universitario in conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e locale; con lo stesso Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, tra le massime istituzioni specifiche sul territorio nazionale, i contatti sono ben avviati e i rapporti anche in queste settimane sono stretti.
Museo chioccia – Su questo terreno, dunque, dovrebbe dispiegarsi il futuro del Museo della Terraglie lavenesi: alla ricerca di una sorta di museo-madre che faccia da 'chioccia', o quanto meno che assuma su di sé il compito di accompagnarlo nella elaborazione di una propria idea di management turistico-culturale; quella necessità da tempo emersa e che sembra avere la priorità su altre
questioni più squisitamente scientifiche. Questioni per i quali, al di là di futuri bandi, continuano a prevedersi incarichi ad hoc.
L'addio del presidente – Ma intanto un altro particolare va registrato. Formalizzate da pochi giorni, ma in realtà nell'aria da qualche mese, le dimissioni di Renata Castelli lasciano il Museo di Cerro anche senza la figura, simbolica ma certo operativa, di Presidente. Identità di vedute sulla necessità della nomina di un direttore, ma ipotesi di lavoro discordanti sui programmi culturali ed espositivi tra lei e l'amministrazione: sembra questa divaricazione essere all'origine di un deterioramento del rapporto e del venir meno delle condizioni per cui la Castelli, in prima fila nelle celebrazioni del 150° della Ceramica e nel progetto dello scorso anno di affidare ad esperti del Politecnico un piano di revisione totale del Museo, si era impegnata sulla sponda del lago da qualche anno a questa parte.