Piazza Duomo prima del Duomo – Questo è il nome del progetto che ha come scopo la ricostruzione delle trasformazioni che in duemila anni hanno caratterizzato il cuore di Milano. Proprio per questo motivo è stata riallestita la zona archeologica, si sono eseguiti saggi di scavo, in un progetto voluto e curato dalla Sovrintendenza dei beni Archeologici, dall'Istituto di Archeologia dell'Università Cattolica di Milano, dalla Veneranda Fabbrica del Duomo e Regione Lombardia.
Il quartiere vescovile – Nel IV sec. d.C. l'attuale Piazza Duomo era occupata dal grande complesso episcopale, che qui si era sviluppato cancellando dimore più antiche. Uno dei primi a parlarne è Ambrogio, che in una lettera alla sorella Marcellina racconta le dispute religiose del 386 d.C., e cita gli edifici religiosi del cuore di Milano, contesi fra cristiani ed ariani.
Gli scavi archeologici hanno dimostrato la presenza di almeno due cattedrali, Santa Maria Maggiore e Santa Tecla, con due battisteri, san Giovanni alle fonti e Santo Stefano. Intorno a Santa Maria Maggiore probabilmente in epoca longobarda andarono a svilupparsi quattro chiesette, dedicate agli arcangeli Gabriele, Raffaele, Michele ed Uriele, di cui rimangono solo documenti di archivio. Dal 1385 si diede avvio alla costruzione del Duomo, che poco per volta cancellò le testimonianze precedenti. Solo a partire dal XVII secolo, in occasione dei lavori per l'ampliamento del Duomo tornarono alla luce i frammenti del passato dell'area, indagati meglio negli anni Quaranta e negli anni Sessanta grazie alla costruzione della linea 3 della metropolitana milanese.
Viaggiatori moderni – Ed eccoci, sulle orme di S. Ambrogio, a passeggiare nell'area archeologica,
adduzione dell'acqua
apprezzandone l'ottima musealizzazione. In un ambiente rischiarato da una intelligente illuminazione, ricco di pannelli esplicativi è possibile calarsi nella Milano del IV secolo d.C. Fiancheggiamo così il battistero di san Giovanni e subito spiccano i resti di una antica strada romana, cancellata al momento della costruzione del complesso religioso. A scopo dimostrativo è stato lasciato un tratto di stratificazione archeologica, in cui i singoli strati sono identificati dai cartellini: testimonianza di come il suolo urbano sia cresciuto in spessore nei secoli.
Tombe privilegiate – Il percorso continua all'interno della cosiddetta aula triabsidata, edificio di VI secolo, al cui interno è stata recuperata una sepoltura. Il fenomeno non deve stupire: in tutta l'epoca medievale era abitudine seppellire i personaggi di rango vicino agli edifici sacri, per garantire la salvezza all'anima del defunto. E infatti, procedendo nella visita dell'area archeologica, è possibile vedere un vero e proprio sepolcreto, fra la chiesa e il battistero, con tombe molto particolari: internamente sono intonacate e decorate da una croce, spesso recano una iscrizione con il nome del defunto. Scopriamo così che vicino alla basilica erano stati deposti un tale Maginfredus e Arioaldus – nomi di origine germanica- esponenti del clero locale.
decorazione parietale
Il Battistero – Ma la scena dell'area archeologica è dominata dai resti dell'edificio battesimale, il battistero di S.Giovanni alle Fonti, fatto edificare dallo stesso Ambrogio. Come ancora oggi si può notare il battistero ha una pianta ottagonale, caratterizzata dalla presenza di nicchie rettangolari e circolari: in origine otto colonne reggevano un secondo piano, oggi non più conservato. È però ben visibile la vasca del fonte battesimale, a sua volta di forma ottagonale, larga oltre 5 metri: i nuovi scavi e il riallestimento hanno permesso di valorizzare il sistema di adduzione e di scarico dell'acqua. Un interessante pannello racconta inoltre il rito del battesimo in epoca ambrosiana: diversamente da oggi, il rito era celebrato la notte di Pasqua e prevedeva l'immersione del battezzando.
Mirabilia… Addirittura in una canaletta di scolo delle acque sono state rinvenute oltre duecento monete, offerte fra il IV e il VII sec.d.C., dagli stessi battezzandi durante il rito. Frammenti di lastre in marmo, tessere di mosaico sono ciò che rimane di un apparato decorativo del battistero, che oggi si può solo ricostruire, ma che doveva essere di straordinaria fattura: mosaici policromi sulla volta e pannelli in marmo lungo le pareti. Le vetrine del piccolo antiquarium collocato nello stesso sito,
mostrano parte di questi tesori.
Santa Tecla… Usciti dal battistero, si giunge proprio di fronte all'abside della basilica di S.Tecla, ancora oggi in parte conservata. La datazione più certa dell'edificio è l'epoca ambrosiana. Anche in Santa Tecla, nella navata centrale, sono state ritrovate tre tombe con iscrizione dipinta: quella meglio conservata è esposta nell'area archeologica e recita una antifona ambrosiana: Accoglimi Signore secondo la tua parola e vivrò: che io non sia confuso al tuo cospetto…
Ed uscimmo a riveder le stelle. Si chiude così la visita all'area archeologica -uno spazio sotterraneo, così lontano dalla vita frenetica di piazza Duomo- per tornare nel Duomo vero e proprio, accolti dai grandi spazi, dai giochi di luce delle vetrate. Due aspetti diversi, ma complementari, dell'umano sentimento religioso, immutato nel tempo.