E' la prima volta – come dice il Presidente emerito di Banca Intesa, Giovanni Bazoli – che un Museo pubblico e un'istituzione privata espongono sullo stesso tema, seppure come vedremo, con diverse ottiche.
Lo scopo però è unico: fornire al grande pubblico strumenti di lettura per comprendere la nuova arte che nel Novecento cambia radicalmente "nel modo e nel fare" e non si occupa più del bello ma neanche del vero oggettivo e, quindi, richiede al fruitore uno sforzo interpretativo maggiore. Ma proprio questo è il compito delle Mostre: essere laboratori di pensiero e di cultura.
L'arte unisce i popoli
Se negli ultimi tempi certe scelte economiche potrebbero, in qualche modo, far pensare a una possibile creazione di steccati tra Stati Uniti e Italia, per fortuna c'è sempre l'arte che, al contrario, resta uno strumento importante per sviluppare il dialogo tra i Paesi.
Un dialogo, quello tra USA e Italia, improntato a un fruttuoso scambio di idee, ispirazioni, visioni, convinzioni, competenze che in passato ha dato grandi frutti, e li darà anche in futuro. Ne è convinto il Console Generale, Ambasciatore americano in Italia, Philip Reeker che, durante la presentazione della Mostra, ha ricordato come l'amicizia tra i due popoli, collegati da radici comuni – anche grazie ai molti italiani che sono approdati negli USA per lavorare e studiare – abbia portato alla creazione di culture sfaccettate, complesse ma anche molto integrate.
D'altra parte, quando parliamo di Stati Uniti e Italia, viene automatico pensare ai migranti che lasciarono le nostre terre per cercare fortuna in quel grande Paese. Ma non vi furono solo i cosiddetti "viaggi della speranza". Anche l'arte italiana, attraverso alcuni dei suoi rappresentanti più dinamici, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, spostò la sua attenzione verso il Nuovo Mondo, con viaggi, soggiorni, approcci, in modo inizialmente spontaneo poi sempre più ragionato.
I viaggi per conoscere il Nuovo Mondo
Qualche esempio. Fortunato Depero che soggiorna a lungo negli Usa dal 1928 e Ugo Mulas che fotografa la Grande Mela negli anni 1967/68. L'incontro tra l'arte italiana e quella americana avviene, secondo lo storico Francesco Tedeschi, sul terreno neutro e paritario dell'internazionalità con attenzione al futurismo, oltre una certa mitografia fascista, e alla metafisica, come collegamento tra modernità e tradizione.
Dagli artisti americani, gli italiani cominciano ad apprezzare i grandi formati, per dare forza visiva maggiore alle opere e imparano ad avere maggiore libertà, consapevolezza dei propri mezzi, attraverso un più spiccato individualismo. Forse meglio di qualsiasi affermazione astratta è utile un pensiero di Toti Scialoja che dice: "La pittura americana mi ha insegnato ad essere libero, sperimentale con me stesso… Libero, crudelmente sincero ed umile con me stesso".
Museo del Novecento e Gallerie d'Italia, due mostre nel cuore pulsante di Milano
E ora una breve panoramica delle due Mostre. Si consiglia di vedere prima quella al Museo del Novecento, all'Arengario, in piazza del Duomo, dove si cerca di chiarire il rapporto con la città di New York visto attraverso gli occhi degli artisti italiani: Afro, Corrado Cagli, Pietro Consagra, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Tano Festa, Lucio Fontana, Mimmo Rotella, Toti Scialoja e altri.
I temi affrontati sono La metafisica dell'America, Un futurista a New York, Corrado Cagli e la Corner Art Gallery, New York immaginata, La fine del sogno americano? Al quarto piano, nella sezione archivi sono presenti i lavori fotografici di Ugo Mulas con immagini di Duchamp, New York, il viaggio e l'incontro con due artisti americani, David Smith e Alexander Calder, fino alla Biennale di Venezia del 1964 e all'incontro con Andy Warhol.
Presso le Gallerie d'Italia, in piazza della Scala al 6, dove in otto sezioni si toccano i seguenti temi: 1949, Museum of Modern Art, La scoperta dell'arte italiana, Colloqui americani, Dialoghi transatlantici, Lezioni americane e collezionismo, Milano – New York, Roma – New York, Verso una nuova immagine.
Tra gli artisti esposti segnaliamo opere di Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Massimo Campigli, Marino Marini, Renato Guttuso, Fausto Pirandello e inoltre Carla Accardi, Enrico Baj, Alberto Burri, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Arnaldo Pomodoro, Giuseppe Santomaso, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Emilio Vedova, ecc.
Una riflessione
Il limite di queste mostre, che comunque sono di notevole interesse, forse è l'affollamento di opere, di diverse tecniche, stili, linguaggi, correnti, non semplici da collocare e interpretare, soprattutto per chi non è esperto, anche se riescono a fornire nell'insieme un'idea complessiva dell'America, vista nel Novecento come luogo immaginario ma anche come scoperta di un altrove che in breve viene riconosciuto come proprio e vissuto come tale, senza più egemonie o sudditanze.
Dalla mostra è scaturito un ricco catalogo con contributi di numerosi studiosi, oltre al curatore Francesco Tedeschi, per 280 pagine, 240 a colori, 40 euro, edito da Electa.

NEW YORK NEW YORK. Arte Italiana: la riscoperta dell'America.
Dal 13 aprile al 17 settembre 2017
Museo del Novecento, Via Marconi 1
www.museodelnovecento.org
Gallerie d'Italia, Piazza della Scala 6
www.gallerieditalia.com