Gentleman – Maurizio Morandi ha risposto alle nostre domande e siamo molto lieti di presentarvi una persona e un'artista appartato tutto da scoprire.
Da quanto tempo dipinge e qual'è stata la sua formazione?
"Dipingo in maniera continuativa da circa 15 anni, anche se ho alternato periodi di attività più intensa ad altri meno proficui. In realtà ho passato tutta la vita con la matita ed i colori in mano, e questa è stata la mia formazione. Sono cioè un autodidatta, dal momento che non ho compiuto studi d'arte e ho svolto attività lavorative di tutt'altro genere. Nel corso degli anni ho cambiato tecnica pittorica, tipo di medium e di supporti, soggetti, eccetera. Penso che ci sia stata un'evoluzione costante e progressiva dall'inizio della mia attività ad oggi."
Che cosa ha mandato alla Biennale di Genova? Che cosa l'ha spinto a partecipare?
"Alla Biennale di Genova ho partecipato con un dipinto acrilico su tela, che ritrae John e Robert Kennedy davanti al Campidoglio di Washington. I motivi che mi hanno spinto a partecipare sono diversi: perchè trovo utile e stimolante partecipare ad eventi artistici che abbiano un respiro nazionale o internazionale, perchè amo Genova, perchè l'evento si svolgeva presso un importante galleria con la quale avevo già collaborato in passato."
In quale corrente o linea pittorica si riconosce?
"Qualcuno ha parlato, a proposito della corrente artistica nella quale amo collocarmi, di "medialismo" cioè di contaminazione e reciproca influenza tra pittura ed i moderni media. Per quanto riguarda in modo più specifico l'aspetto formale della mia pittura, mi muovo tra suggestioni pop e iperrealismo."
Qual'è il tema del dipinto premiato?
"Come accennato in precedenza, si tratta di un dipinto che ha come soggetti John Kennedy ed il fratello Bob, ritratti a Washington con la cupola del Campidoglio sullo sfondo. Lo sfondo, appunto, è molto rarefatto, dipinto con sfumature diverse di grigio. I soggetti in primo piano sono invece colorati, ma con i lineamenti appenna accennati, trattandosi di personaggi molto riconoscibili; sono a loro modo delle vere e proprie icone pop, e come tali li ho voluti dipingere secondo gli stilemi della pop-art."
La motivazione del premio parla di "collocazione atemporale" del soggetto ritratto: è d'accordo?
"Probabilmente la motivazione si riferisce al fatto che nel dipinto i protagonisti, in primo piano, risultano in qualche modo assolutizzati, soggetti storici inseriti nel loro tempo ma contemporaneamente patrimonio anche di epoche successive alla loro. Se ‘collocazione atemporale' significa questo, allora sono d'accordo."
Lei lavora sul "tempo", sulla memoria, sulla fotografia?
"Dipingo in genere solo soggetti che trovo interessanti in relazione ad un determinato periodo storico, o che mi colpiscono dal punto di vista estetico. Ho una predilezione per personaggi e situazioni che evochino atmosfere degli anni '50 e '60, che si legano bene all'uso del bianco e nero (ma non solo). In questo contesto la scelta di sfondi monocromatici serve a rendere l'immagine assoluta e fuori dal tempo, pur mantenendo un rapporto emotivo con l'epoca cui si riferiscono. Poi il soggetto cui mi ispiro può essere una fotografia famosa, come quella di cui parlavamo prima, una foto di famiglia, un'immagine cinematografica, un dépliant pubblicitario, ecc."
Quali sono i suoi riferimenti artistici? A chi guarda?
"Ho già accennato prima alla Pop-art e all'iperrealismo americano. Se devo fare dei nomi citerei, a costo di essere banale, Andy Warhol e Roy Lichtenstein per quanto riguarda la pop art, Ralph Goings, Richard Estes e Robert Bechtle per quanto riguarda gli artisti iperrealisti. In genere amo una pittura pulita dal punto di vista formale e diretta, senza troppi simbolismi e significati nascosti. Tra i grandi del passato prediligo Canaletto e Vermeer e, più vicino a noi, Frederic Remigton, il pittore che ha celebrato l'epopea del West."
Perchè non sapevamo della sua esistenza? Che ambienti artistici frequenta? Appartiene a qualche associazione della provincia?
"C'è un aspetto del mio carattere che secondo molti è un difetto, secondo pochi un pregio, e cioè la riservatezza. Potrei dire di non essere un buon ‘venditore' di me stesso. Comunque ho frequentato l'Associazione artistica 3A di Gallarate, sempre a Gallarate collaboro con la ‘On the road Art Gallery' di Silvana Papa e Fabrizio Galli, anche se ultimamente per diversi motivi ho concentrato la attività artistica soprattutto in Liguria, dove appartengo a due associazioni artistiche. Purtroppo il tempo è limitato e bisogna fare delle scelte…"
Dopo GenovARTE, sta preparando qualche mostra?
"A luglio parteciperò ad una mostra collettiva a Garlenda (Sv) dal titolo "Aenigma" con un'immagine tratta da un film di Alfred Hitchcock. Poi comincerò a lavorare per la mostra personale che l'organizzazione della Biennale Genovarte riserva al vincitore. Nel frattempo sta girando per alcune città della Lombardia e del Piemonte la mostra itinerante ‘Quarantaperquaranta' organizzata dalla ‘On the road Art Gallery', a cui partecipo con un'opera."
Ha ancora senso, oggi, dipingere? Per lei, che cosa rappresenta?
"Se pensassi che non ha più senso mi dedicherei alla fotografia, ai videoclip o a qualche altra forma di arte più giovane. Credo invece che la pittura, nel panorama artistico odierno, mantenga una sua peculiarità ed un suo campo d'azione specifico, magari interagendo con altre discipline. Per me, molto semplicemente, rappresenta qualcosa di cui non posso fare a meno."