Dialogo e cambio di prospettiva – Sono le due matrici di un discorso che ha preso avvio nell'esposizione delle opere di Marcello Morandini al MAP e si è allargato all'incontro con l'autore, tenutosi giovedì 6 marzo al Castello di Monteruzzo a Castiglione. La scelta di allestire le opere dell'art-designer all'interno del museo ha imposto un cambio di prospettiva alla collezione, creando un dialogo fra gli oggetti permanentemente esposti e quelli che temporaneamente vi hanno fatto ingresso. Ugualmente Morandini, nel raccontare di sé e della propria arte, in un dialogo aperto al pubblico, ha suggerito un cambio di prospettiva nella percezione dell'arte contemporanea e della realtà che ci circonda: "non rassegnamoci all'ovvio di quello che vediamo. Conoscere le forme e le infinite possibilità di cambiamento che esse possono assumere nello spazio, ci dà la possibilità di scoprire immagini che non vediamo subito".
Un pensatore in equilibrio nella geometria – È lungo un percorso evolutivo, protrattosi dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi, che Morandini, designer, artista e architetto, si è reso consapevole che nella geometria sta il suo equilibrio, artistico ed esistenziale. Dalle sperimentazioni degli esordi, quand'era un grafico, alle esperienze d'artista che lo portarono ad esporre a San Paolo del Brasile, ad Hannover e alla Biennale di Venezia, sino alle commissioni della ditta Rosenthal in Germania, per la quale lavorò come designer, ed ai progetti architettonici. In ogni singolo lavoro traspare la forza del "pensatore che", come ha sottolineato Federica Armiraglio – responsabile scientifico dei Musei di
Castiglione – "approfondisce per costruire, che riporta ai minimi termini per elaborare" e lo fa basandosi appunto sulle pure forme geometriche, giustapposte, sovrapposte o intersecate con grande senso dell'architettura e nella completa vocazione alla geometria, nella quale lo stesso autore afferma di ritrovare se stesso e di essere contento.
Il gioco – Il rigore e l'equilibrio delle forme geometriche sono mediate, tuttavia, dal gioco, dimensione che ben si addice ad un designer. La scelta di realizzare le sue sculture in plexiglass, materiale contemporaneo, leggero e soprattutto versatile, ne è una chiara dimostrazione. Ma il gioco non è solo la dimensione entro cui Marcello crea a partire dalle forme pure, è un ulteriore mezzo per raggiungere l'equilibrio dell'essere: il gioco permette di pensare divertendosi, di stare insieme, di guardarsi negli occhi, in quegli occhi così spesso sfuggenti e orientati agli innumerevoli impegni da sbrigare tutti i giorni. Per queste sue caratteristiche anche l'aspetto ludico è stato una forma di indagine da parte di Morandini che ha, per esempio, sostituito i disegni delle carte da gioco tradizionali con i colori, un linguaggio universalmente comprensibile. Anche nel gioco quindi ritrova se stesso, ritrova il suo equilibrio, un equilibrio "colorato" che contrasta con il bianco e il nero delle sue sculture, specchio dell'essenzialità della sua ricerca morfologica.
Gli Amici in visita – La mostra di Marcello Morandini sarà anche l'oggetto di una visita organizzata dagli Amici dei Musei Civici di Varese. L'associazione, dopo aver conferito recentemente il Premio Mirabello all'artista, ha chiesto allo stesso Morandini di fare da guida al Map, in occasione della Festa della Donna. L'appuntamento è per le 16 al Palazzo del Doro, sede della mostra "Sculture in plexiglass".