Nell'ambito del progetto spazio arte giovane, dedicato a giovani artisti, giovani curatori, giovani scrittori e poeti, fino al 13 aprile sarà visitabile, negli appostiti spazi allestiti in Biblioteca a Busto Arsizio, la mostra intitolata Xáoç (Caos) dell'artista William Moretti, a cura di Tommaso Tovaglieri.
Come di consueto, l'esposizione, che raduna una serie di dipinti coloratissimi ed originali, è integrata da scritti inediti, ispirati alle opere esposte, espressamente realizzati per l'occasione da giovani autori. Chiara Crespi propone una serie di filastrocche e Federico Limonta firma, invece, un racconto breve.
Così Tommaso Tovaglieri, giovane laureato in scienze dei beni culturali all'Università degli Studi di Milano, descrive la mostra: "L'artista mangia pane e arte tutto il giorno, ha delle particolari antenne per sentire intorno a sé quello che noi non sentiremmo in nessun'altra vita e quando ci sforziamo di guardare e riguardare davanti a noi qualcosa di interessante, Lui, che non guarda ma
vede, ha già visto tutto! Quando si entra nel laboratorio-mansarda di William Moretti, si sale in punta di piedi da una scaletta di cemento grezzo, non lavorato, una sorta di patibolo dove la sola via di fuga, è nella vista del Monte Rosa che si scorge dall'unica e piccola finestra all'angolo; prima di essere presi a ceffoni da un villaggio di tele, cavalletti, spatole, lampade e dal protagonista inaspettato: il colore. Pittore più per sentimento che per vocazione, Moretti davanti alla tela sembra collegarsi con l'infinito, sembra volerci raccontare delle visioni del tutto personali di vita vissuta, delle storie appena colte dal mondo della scienza, della filosofia e della letteratura. Storie indecifrabili, criptiche, tradotte in pittura e popolate da divinità, da elementi naturali ma anche da alieni che ci hanno appena voltato le spalle, stazioni della mente e farfalle gigantesche; isolati portali o stargate, a cui aggrapparsi per poter comunicare con il suo universo. Le poesie di Langston Hughes e l'esercizio di "immaginazione attiva" tanto caro al Libro Rosso di Jung, fanno da sceneggiatura alla preparazione mentale del pittore. A tempo di musica il gesto del pennello diviene sempre più segno, sempre più simbolo, un colpo di frusta, un ghiribizzo, linea serpentinata che si trasforma in leitmotiv di tutto il percorso artistico. Nel giardino segreto dell'arte di Moretti, tutto si può simulare, dall'aneddoto commerciale del campo di girasoli, fino al concetto di maternità, niente è come sembra. La calamita che ci tiene incollati davanti alle sue opere, sta nella forza delle cromie, di tinte materiche, abbacinanti, vivide, quasi laccate, accostamenti di colori esplosivi e non realistici. Gamme fredde di azzurri che rivelano il rosso del fuoco, cieli grigi e lividi come fossero una lavagna, bilanciano su contrasti violenti, macchie di gialli e verdi saturi di una luce lacerante e dirompente. L'elemento naturale non fa più rumore perché imperniato ovunque, il quadro è nel quadro e se da quel tappeto di fiori ci si aspetta soltanto il profumo, anche l'idea del "Caos" inizia a prendere forma. Il pianeta dell'artista non ci chiede nessuno sforzo mentale, al massimo un pensiero da donare al suo creato, ma è questa la sua grandezza, la sua opulenza, il raccontare, talvolta con effetti tragici ma senza pregiudizio, un posto felice, gioioso, che in fondo ci sorride. "Ut pictura poesis". In una società piena di istallazioni, molte volte improvvisate, finalmente un Pittore! Quadri da stanza, quadri da camera, quadri da studio, o studiolo, come già piaceva ad Isabella d'Este cinquecento anni fa; decidetelo voi… anzi, chiedetelo ai suoi dipinti".
Xáoç (Caos)
Mostra di William Moretti
Busto Arsizio, spazio arte giovani, Biblioteca comunale, via Marliani, 7
Ingresso libero
Per maggiori info: 0331 635123