Novità in vista – È Francesco Rizzi ad aggiornarci sulle attività ed inizative dei Musei di Viggiù, uno dei patrimoni storici più importanti del panorama prealpino, eppure – a nostro avviso – ancora non pienamente valorizzato. "Abbiamo pensato ad un servizio di audioguide con percorsi personalizzabili e modificabili che portano alla scoperta delle opere del Museo dei picasass e della scultura viggiutese, oltre che di Villa Borromeo. Vorremmo includere in futuro anche il paese: è un modo gratuito e facile da fruire che permette di inquadrare non solo le opere d'arte ma anche il loro contesto".
Prossimo futuro – A luglio il Museo di Viggiù ospiterà una rassegna firmata dall'Associazione Artisti Indipendenti di Varese. A settembre, inoltre, parteciperà all'iniziativa "Fai il pieno di cultura". E non mancheranno appuntamenti con mostre d'arte e conferenze d'approfondimento: Nino Cassani e Federico Masedu porteranno alla scoperta del patrimonio più prezioso dei Musei viggiutesi: quello della scultura. E proprio se si parla di scultura a Viggiù scatta (chissà mai perché) un velo di malinconia. Che si moltiplica a sfogliare lo "storico" catalogo del Museo, curato nel lontano 1982 da Flaminio Gualdoni, con fotografie di Gottardo Ortelli (che per sempre hanno immortalato "Il gerletto", "Il minatore", "Gli aratori al lavoro"). Meno di trent'anni ma sembra un'era.