La cascina prima dei lavoriLa cascina prima dei lavori

Era il 1990 – Sono trascorsi vent'anni da quando lo scultore Floriano Bodini comincia a pensare ad un luogo, nella sua terra d'origine, in cui lavorare e farlo diventare il suo ambiente, dove creare e donare spazio alle sue opere. Abbiamo parlato con Gianni Pozzi e siamo andati a trovare l'architetto Annig Sarian nel suo studio milanese per ripercorrere le vicende di questo luogo, nel cuore del paese di Gemonio, da come si presentava nel 1990 e cos'è diventato oggi.

Una cascina lombarda del '700, com'era conservata al momento della stesura del progetto?
A.S. "Quando il Comune ha comprato la cascina questa era ancora in parte abitata e veniva utilizzata come garage o deposito. I muri erano molto umidi e le coperture mostravano un alto livello di degrado".
G.P. "La casa era in vendita, inizialmente si era fatta avanti la Parrocchia, poi è subentrato il Comune che l'ha acquistata con il primo intento di salvaguardarla pensando ad una destinazione consona. L'edificio non aveva subito alcun intervento dal dopoguerra".

Quali sono stati i primi interventi realizzati?
A.S. "Innanzitutto bisogna dire che l'intenzione non era quella di creare un museo, ma il laboratorio di Floriano. Questo è dimostrato dal primo progetto pubblicato anche sul volume 'Progetti per una comunità', in cui si legge la destinazione dei diversi locali. Entrando dal portone, l'ala

La 'bottega di Bodini'La 'bottega di Bodini'

destra doveva contenere le vasche per la creta e la sala in cui oggi sono conservati i gessi del monumento di Hannover si presenta così alta proprio perchè doveva permettere l'inserimento di una gru per il sollevamento delle opere e dei blocchi di materia pesanti. Così come la biblioteca doveva essere lo studio di Floriano. Al primo piano erano previsto spazi per le esposizioni, un solaio e un archivio per le opere grafiche. Tengo a ricordare che qualsiasi scelta nella ristrutturazione dell'edificio e nell'allestimento è stato realizzato con il pieno consenso dell'artista seguendo le sue proposte e i suoi desideri".
G.P. "Bodini aveva da poco (1987) presentato una mostra a Gemonio e il suo desiderio di tornare nella sua terra era forte, volontà ricambiata dal sindaco Franzetti e dal vicesindaco Guelfo Ravani. Abbiamo mostrato a Floriano l'edificio ed è nata l'idea di collocare lì il suo studio, atelier. Partono i primi progetti. Dopo la sistemazione del primo lotto però nasce il Floriano l'idea di non realizzare il suo laboratorio e lasciarlo quindi a Milano, ma optare per una sistemazione delle sue opere".

Ancora oggi il fascino del luogo è dettato dalla coesistenza del nuovo e dell'antico.
"Abbiamo recuperato dai materiali esistenti tutto quanto era possibile, oltre a riutilizzare le colonne che si vedono nel cortile, anche la realizzazione secondo lo stile dell'edificio della balconata in legno. L'intento è stato quello di conservare la natura del luogo legato alla realtà contadina e il simbolo del luogo qual è l'albero del caco al centro del cortile. Inoltre volevamo dare poesia al luogo; ultimo cortile e Gemonio a non essere stato frazionato nel tempo. La scelta dei materiali ha seguito queste idee: il cotto per i pavimenti, il serizzo per i davanzali, il ferro e il legno per i serramenti".

Il primo progettoIl primo progetto

La sfida maggiore?
A.S. "Quella di riuscire a fare entrare la luce, soprattutto pensando alla scultura che necessita di un'illuminazione naturale. Mantenere e giocare sui pieni e vuoti e usare proprio questi ultimi per dialogare in maniera efficace con l'esterno. Una delle caratteristiche della struttura, e che abbiamo sfruttato al meglio per creare particolari atmosfere, è l'inclinazione in salita che dall'ingresso conduce verso il giardino delle sculture, secondo una prospettiva alla rovescia".
G.P. "Come molte delle realtà culturali che nascono in piccoli comuni, far superare il portone di ingresso del Museo e far conoscere il luogo, una ricchezza notevole per il paese".

Dopo 10 anni l'inaugurazione?
A.S. "Si nel 2000 e poi nel 2002 anche del secondo lotto. Nel 2004 poi ho partecipato, con l'architetto di Gemonio Gianni Pozzi, al Concorso Medaglia d'Oro Architettura Italiana Triennale di Milano proprio con il progetto del Museo Bodini di Gemonio".

Si è parlato di rendere il Museo più accessibile e creare un percorso in cui inserire pannelli illustrativi che descrivano la figura artistica di Bodini e le sue opere.
A.S.
"Prima di ogni intervento si deve concentrare l'attenzione sulla manutenzione e conservazione del luogo. Detto questo l'idea è di accogliere il pubblico nell'atrio d'ingresso, abbastanza capiente anche per eventuali gruppi, con una serie di pannelli che descrivono la figura dell'artista e la storia del Museo. Poi durante la visita collocare altri piccoli pannelli esplicativi delle opere e aggiornate l'allestimento con alcune immagini fotografiche".

Vivere il museo – Proprio per ammirare quello che il museo oggi offre al pubblico, conoscere l'arte di Floriano Bodini e vivere i suoi luoghi per qualche ora, il 2 ottobre è stata organizzata una giornata di open day. L'occasione è anche quella di conoscere il programma dei prossimi mesi delle mostre ed iniziative lì promosse, oltre all'artista americano, Denny's Oppenheim in questi giorni in mostra proprio nelle sale del museo. 

Sabato 2 ottobre 2010
Open Day Museo Floriano Bodini
e visita mostra "Dennis' Day" Dennis Oppenheim

Via Marsala, 11
Gemonio (VA)
Programma:
ore 15,30: Visite guidate alla collezione permanente e alla mostra "Dennis' Day" in compagnia di Daniele Astrologo, Direttore del Museo e curatore della mostra
17,30: "A tu per tu con Dennis Oppenheim", incontro intorno alla figura del geniale e visionario artista statunitense;
18,30: Presentazione dei nostri prossimi eventi:
– Premio Chiara Festival del Racconto 2010 "Omaggio a Floriano Bodini" a cura dell'Associazione Amici di Piero Chiara
– "Totem Forma Simbolo" (16 ottobre 2010/16 gennaio 2011)
– "Floriano Bodini oltre il Museo Bodini" presentazione del progetto del nuovo percorso museografico dedicato alla
figura e ai lavori di Floriano Bodini.
www.amicimuseobodini.com