Busto Arsizio – Ci siamo mai chiesti quante storie vivano dietro ad un semplice filo? Come nasce, dove, perché, a cosa servirà? Il filo unisce e dà vita a qualcosa di utile e prezioso: dall’industria all’arte cuce fantasia e creatività dando origine a veri capolavori, siano essi tessuti piuttosto che opere d’arte. Ed è proprio attraverso il suo impiego artistico che si concentra il valore del filo nella grande mostra aperta al Museo del Tessile, fino al 3 marzo, intitolata “Maria Lai e Franca Sonnino. Capolavori di Fiber Art italiana”.
Busto torna ad essere un riferimento nel settore del tessile, ridona linfa alle sue radici e alle tradizioni grazie anche alla presenza di un museo ad esso dedicato. E lo fa attraverso un nuovo linguaggio: quello dell’arte. Se nel passato grazie alle tessiture si era guadagnata il titolo di Manchester d’Italia , oggi è un nuovo progetto a celebrare il suo successo. Fortemente voluto dall’assessore alla Cultura Manuela Maffioli, che sulla scia del trionfo di Miniartextil dello scorso anno (per la prima volta allestita in città e con oltre 1200 presenze) ripropone un evento che ha definito “tra i più significativi dell’anno e dell’intera legislatura.
“Questa mostra – sottolinea l’assessore – non è semplicemente l’incontro, unico e raffinato, tra Busto Arsizio e le preziose opere di due grandi artiste. E’ la conferma di una politica sempre più determinata a fare della cultura uno dei settori di rinnovamento e sviluppo cittadino. Dietro questa mostra c’è gran parte del volto bello della città e le forze economiche che hanno deciso di investire concretamente nella trasformazione del sogno in realtà”.
L’esposizione, allestita nelle sale gemelle del Museo del Tessile, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Bortolaso Totaro Sponga che debutta, sulla scena nazionale, con questo progetto. Il percorso comprende opere di Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013) della quale quest’anno si celebrano i cento anni dalla nascita. Artista ampiamente riconosciuta nel panorama internazionale ha esposto alla Biennale di Venezia del 2017, a Documenta di Kassel e Atene e alle gallerie degli Uffizi di Firenze, nel 2018. Accanto alle sue opere sono esposte quelle dell’allieva e amica Franca Sonnino, che vive e lavora a Roma città dove avvenne il loro incontro. Una conoscenza che pian piano, da vicine di casa le portò a diventare amiche e a condividere la passione per l’arte. Franca diventò l’allieva prediletta e fiore all’occhiello del gruppo di artisti che frequentava l’appartamento di Maria.
“Al centro dell’intero progetto espositivo – sottolinea Paola Re, presidente della Fondazione – c’è quell’elemento che caratterizza il lavoro delle due artiste, il filo, che lega e cuce emozioni, sensazioni e storie di vita oltre che di arte”.
In una delle due sale gemelle si possono ammirare parte dei lavori della Lai, undici libri d’artista realizzati in tessuto e argilla degli anni settanta, collage di filo, scritture su stoffa e la proiezione del film “Ansia d’Infinito”, un documento sulla sua attività artistica. Nell’altra sala i lavori di Franca Sonnino , grattacieli e muri di filo affiancano i morbidi libri d’artista sfogliabili. Alle pareti, i disegni inediti dell’artista sarda.
Per i più piccoli e le famiglie è stato organizzato un ciclo di incontri “Fiabe cucite” che prevede visite guidate e laboratori ispirati alla produzione della Lai. Si svolgeranno nelle domeniche 17 e 24 febbraio e 3 marzo dalle ore 10.30. Per informazioni e prenotazioni: formazione@bortolaso-totaro-sponga.it. Per tutta la durata della mostra previste anche visite guidate alle scuole contattando: didattica@comune.bustoarsizio.va.it T. 0331390242.
“Maria Lai e Franca Sonnino. Capolavori di Fiber Art italiana” rimarrà in calendario sino al 3 marzo con i seguenti orari. Martedì – venerdì 15 – 19; sabato e domenica 11- 19. E’ previsto un biglietto di ingresso. Come sottolinea l’assessore Maffioli “alla cultura deve essere riconosciuto anche un valore materiale quando ci sono eventi di altissima qualità come questo”.
Intero : 7 euro; ridotto 5 euro. Gratuito fino a 18 anni. Il giovedì dalle 17 alle 19 l’ingresso è gratuito. Previste riduzioni per gruppi numerosi.
Maria Lai nasce il 27 Settembre 1919 a Ulassai, in provincia di Nuoro.
Dopo aver frequentato l’Istituto Magistrale, nel 1939 decide di stabilirsi a Roma per studiare al Liceo Artistico, dove segue le lezioni di Marino Mazzacurati. Lascia la Capitale nel 1943, a causa della guerra, per trasferirsi a Venezia e frequentare l’Accademia di Belle Arti con Arturo Martini.
Dopo Venezia e un breve periodo a Verona torna in Sardegna, a Cagliari dove insegna all’Istituto Tecnico femminile fino al 1949. Dagli anni ’50 inizia ad esporre con successo e i riconoscimenti non tardano ad arrivare. Numerose le personali allestite in gallerie, musei e la partecipazione alla Biennale di Venezia in una collettiva curata da Mirella Bentivoglio.
Nel 1981 si svolge a Ulassai “Legarsi alla montagna”, la performance collettiva per la quale è oggi più nota.
“…Tutto ebbe inizio quando l’allora sindaco Antioco Podda e l’Amministrazione Comunale commissionarono all’artista Maria Lai la realizzazione di un importante monumento ai Caduti in Guerra per il paese. L’artista rifiutò l’incarico e decise di modificarne gli intenti realizzando qualcosa che servisse per i vivi e non per i morti. Reinterpretando una antica leggenda del paese, legò insieme agli abitanti, tutte le porte, le vie e le case con circa 27 km di nastri di stoffa celeste”.
“Legarsi alla montagna” non è l’unica opere che Maria Lai realizza per il suo paese. Tra le tante si ricordano la “Via Crucis” e “Lavatoio” (realizzato con gli artisti, Costantino Nivola, Guido Strazza e Luigi Veronesi).
Nel 1993 lascia definitivamente Roma e si stabilisce a Cardedu.
L’8 luglio del 2006 viene inaugurato nell’ex stazione di Ulassai, il Museo di Arte Contemporanea, con la donazione di circa 140 opere da parte dell’artista, fra le più significative del suo percorso. Nel 2012 partecipa a Pulse, importante “Fiera Internazionale d’arte Contemporanea” a Miami.
Muore a Cardedu (Nu) il 16 aprile del 2013.
Franca Sonnino risiede a Roma dove e’ nata nel 1932. Laureata in lettere da sempre ha coltivato la passione per l’arte. Un incontro decisivo quello Maria Lai, a Roma negli anni Settanta. A lei si rivolse per prendere lezioni di disegno. Quando l’artista sarda le spiegò che “saper disegnare non era fondamentale”, smise e iniziò a lavorare con le mani e il filo. Da qui si aprì un mondo. Con qualche matassa di filo di ferro e di cotone, Franca Sonnino iniziò a costruire e delineare nello spazio i contorni di oggetti creando volumi. Ha realizzato librerie immaginarie, libri sfogliabili e fogli staccati, in maglia, alludendo col filo, alla scrittura. Ed ancora città fantastiche dove muri e grattacieli svettano nell’infinito. Le sue prime mostre risalgono agli anni ’70.