locandina-1-212x300Già dalle prime inquadrature si comprende la levatura del regista e della pellicola che andremo a vedere: Mississippi Bording, le radici dell’odio.

Siamo nel 1964 e l’auto con a bordo tre attivisti per i diritti civili percorre la strada isolata della contea di Jessup, Mississippi, per aiutare la comunità nera alle iscrizioni nei registri elettorali.

L’auto sembra scivolare sulla strada tra campagne e boschi risalendo e scomparendo tra i dossi di un mare d’asfalto.

Niente rumori solo fari accesi nella notte sempre più vicini come i due pick up silenziosi a seguirli.

Li troveranno morti per assassinio in una fossa nella cava di sabbia poco fuori dalla cittadina.

Gene Hackman ( *gennaio 1930 + febbraio 2015) affianca nel ruolo di agente della F.B.I avvezzo al regolamento, un giovane William Dafoe, l’agente speciale Alan Ward responsabile delle operazioni nella ricerca dei tre ragazzi scomparsi.

Scorrono quattro mondi all’interno della pellicola.

Il primo è quello arrogante, razzista dei bianchi dove in pochissimi si ritrovano a condividere quello dei neri.

Il secondo mondo appartiene ai neri che strisciano abituati alla violenza tanto da rivolgere preghiere a Dio e agli agenti della F.B.I di smettere di indagare sugli omicidi così avendo pace gli assassini ne avranno anch’essi.

Il terzo mondo è quello di chi precipita senza accorgersene sempre più in profondità e di tollerare la violenza fine a se stessa come se stesse aprendo una bottiglia di birra.

Lo spiega bene la moglie del vice sceriffo all’agente Anderson, Gene Hackman, quando piena di rimorsi e tristezza si rende conto di essere cresciuta nell’odio e di non avere fatto molto per uscirne.

Già da piccina le venivano raccontate le cattiverie dei negri da tenere a bada altrimenti il mondo giusto, per bene si sarebbe capovolto.

Il quarto mondo è quello della giustizia e della politica divenuti per volere divino membri del Ku-Klus – Klan per mantenere integro l’orgoglio delle radici anglosassoni e cristiane.

Non esiste male nell’impiccare e dare fuoco a comunisti nemici dell’America come è accaduto ai tre attivisti o ai negri giunti in Mississippi per servire i veri patrioti .

Lo spessore di Hackman in questo film si scorge osservando la naturalezza di come muta, di quanto riesce a fare restare in bilico l’agente Anderson tra la forza della rabbia esplosiva e l’energia della gentilezza mostrata nel chinarsi a raccogliere un fiore da donare.

Nato in Mississippi non a caso l’agente Anderson ripete ai membri del clan la frase: “mi piace il baseball, sapete, è la sola occasione in cui un negro può agitare un bastone verso un bianco senza rischiare la pelle”. In una frase tutta l’essenza del film.

Buona visione.

Buon Viaggio e grazie della sua Arte signor Hackman!

Enzo Calandra

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