La riapertura – Varese si scopre innamorata del Pogliaghi. Molti, va detto, hanno dimenticato il suo nome. E, non se ne abbiano gli "addetti ai lavori", qualcuno ne ha sentito parlare per la prima volta soltanto in questi mesi. È indubbio che il silenzio che ha avvolto – e in parte ancora avvolge – la figura di questo singolare artista e collezionista nativo di Milano, è durato davvero tanto. Sabato 18 ottobre, il Rustico di via Beata Giuliana ha finalmente aperto i battenti, dopo un lungo lavoro di recupero finanziato da Fondazione Cariplo, Provincia di Varese, Regione Lombardia e Fondazione Comunitaria del Varesotto. Alla festa spiccava tuttavia qualche assenza: i maggiorenti di Palazzo Estense, fatta eccezione per il presidente della commissione cultura Franco Prevosti, e di Villa Recalcati erano assenti. Un segnale tutto da interpretare. Detto questo, con il taglio del nastro prende ufficialmente l'avvio un articolato progetto di esposizione della strabiliante collezione d'arte che Lodovico Pogliaghi ha raccolto durante l'esistenza. Il Rustico (che, per chi non l'avesse ancora visitato, si articola in una serie di spazi distribuiti su più livelli), diventa, in tal modo, la vera sala esposizioni delle collezioni di volta in volta restaurate e tappa numero uno del progetto di rilancio della casa-museo.
Restauri e futuro in corso – "Il ripristino delle strutture murarie della casa del Pogliaghi, giunta in donazione alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, può dirsi in buono stato di completamento". Ad annunciarlo è Monsignor Franco Buzzi, da circa un anno nuovo Prefetto dell'Istituzione voluta e fondata da Federico Borromeo. "Resta ora da affrontare – prosegue Monsignore – il problematico lavoro di restauro degli interni della casa-museo, vero exemplum di eclettismo di inizio Novecento. L'edificio si presenta assai complesso essendo il risultato di stratificazioni artistiche firmate dallo stesso Pogliaghi, con inserti di tessuti, arredi lignei, formelle di scultura. Già ai tempi del Pogliaghi, la Congregazione dei Conservatori dell'Ambrosiana si era resa conto dei problemi di conservazione che un ambiente così esigente avrebbe di certo comportato. Credo che oggi sia indispensabile muovere ad una maggiore sensibilizzazione non solo gli Enti istituzionali, ma anche l'intera cittadinanza. Sarebbe auspicabile inoltre una fruttuosa collaborazione con altre storiche Raccolte Museali in territorio varesino. Penso, prima fra tutte, alla collezione Cagnola di Gazzada".
L'appello alla collaborazione – Auspicio, quest'ultimo, ripreso anche da Giuseppe Battaini, Presidente della Fondazione Pogliaghi di Varese che ha rivolto il benvenuto ai presenti: "La mostra si configura innanzitutto come frutto di un lavoro di équipe della Fondazione Pogliaghi di Varese, dell'Ambrosiana e della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici". Proprio per sottolineare il lavoro comune sulle pendici del Sacro Monte è stata attivata una collaborazione con il Museo Baroffio e con i volontari del VAMI che prevede l'apertura del Rustico negli stessi orari del Museo in piazzetta Monastero. "Siamo onorati di ospitare nell'antico Borgo un evento così significativo – ha commentato l'arciprete e Rettore del Santuario di Santa Maria del Monte don Angelo Corno. D'ora in avanti, saranno sempre più indispensabili collaborazione e promozione reciproche".
Tanti attori, un solo progetto – Non va dimenticato, inoltre, che l'inaugurazione del Rustico è l'occasione anche per riannodare il dialogo tra Museo, Città di Varese e territorio circostante, per la costruzione di un sistema culturale integrato all'interno dell'Accordo di Programma per la "Valorizzazione del Sacro Monte sopra Varese" stipulato anche con l'Università dell'Insubria, il Consorzio di Gestione del Campo dei Fiori, la Fondazione Paolo VI.
Le opere in mostra – La riapertura del Rustico consente di porre subito a disposizione del pubblico parte delle opere d'arte, esponendole a rotazione. "Quello che oggi presentiamo è forse un centesimo, o forse un millesimo della collezione – ha proseguito Isabella Marelli, ispettrice della Soprintendenza Regionale che ha seguito i lavori. "È in preparazione un Quaderno con il resoconto dei lavori di restauro condotto su alcuni pezzi della celeberrima raccolta. Oggi sono esposti alcuni esemplari di arte vetraria veneziana e boema databili al Cinquecento e Seicento. Sono inoltre presentati al pubblico una scultura di ambito ferrarese e una statua lignea della Vergine col Bambino da attribuire a Gregor Erhart. Il basamento per quest'ultima è stato realizzato, in stucco dorato e pietre dure, proprio dal Pogliaghi, rielaborando il prototipo del piedistallo eseguito dal Bambaia per la Madonna Taccioli, oggi conservata al Castello Sforzesco. Naturalmente, molti – conclude Marelli – sono ancora gli approfondimenti da intraprendere e le suggestioni in grado di sollecitare gli studiosi".
L'unicità del Pogliaghi – Anche l'allestimento, sobrio ed essenziale, strizza l'occhio all'appassionato e al curioso visitatore. Nelle sale del Rustico, poi, non potevano certo mancare l'olio su tavola del Morazzone raffigurante Cristo eucaristico, il dipinto copia dal Cerano con "Cristo e la Samaritana al pozzo" e la terracotta attribuita al Bernini raffigurante Santa Bibiana. L'esposizione inaugurata sabato 18 ottobre, dunque, non si sofferma sul profilo artistico del Pogliaghi, ma si concentra e propone una riflessione sul suo ruolo di collezionista fatalmente attratto dalla Bellezza. In effetti, rispetto ad altri protagonisti del collezionismo lombardo a lui contemporanei, maggiormente concentrati su opere di XV e XVI secolo, Lodovico Pogliaghi volle aprire a tutto campo i propri interessi di appassionato e onnivoro collezionista.
La questione va risolta – Portato a termine questo primo sforzo, la cifra occorsa sin qui, è di circa un milione e mezzo di euro, il passaggio successivo è arrivare a definire quanto, come e con quali fondi intervenire definitivamente sulla casa-museo. Cinque i milioni di euro che servono, ad oggi, per un completo recupero del luogo, con un progetto già definito nella sua massima parte. I tempi, par di capire, sono cambiati, rispetto ad una generale indifferenza che ha perdurato negli anni. I tecnici della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Gianluca Erba e Elena Fontana in particolare, hanno particolarmente a cuore la questione. Le buone intenzioni del successore di Monsignor Ravasi fanno ben sperare. E' davvero tempo che la questione Pogliaghi e quell'autentico gioiello che rimane di lui trovi la possibilità di essere risolta.
Rustico del Museo Pogliaghi
Via Beata Giuliana 1,
Santa Maria del Monte di Varese
Orari: giovedì e sabato: 10.00 – 12.30 e 15.00 – 17.30
Domenica: 10.00 – 12.30
www.museopogliaghi.it
info@museopogliaghi.it