Partiamo dal fondo, dall'augurio di Ambrogina Zanzi, Presidente degli Amici del Sacro Monte di Varese, rivolto al numeroso pubblico dell'Ex cinema Rivoli: "Speriamo che da questa serata nasca un movimento d'opinione e che presto si possa realizzare un film dedicato al Sacro Monte di Varese firmato da Elisabetta Sgarbi". Una serata "ad alta densità artistica" dedicata al Sacro Monte di Varallo ed introdotta dalla lectio magistralis del filosofo Giovanni Reale intitolata "Il senso del monte sacro".
"La montagna è per antonomasia il luogo della trascendenza, e la fatica e il pericolo che bisogna sopportare per arrivare alla cima, svelano il senso della salita e il suo obiettivo". L'altro polo di riflessione di Reale è stato il ruolo del teatro non solo nel mondo antico dove il valore di catarsi è profondo e largamente conosciuto, quanto nelle sacre rappresentazioni di
Sacro Monte di Varallo
argomento sacro. Dunque, il teatro inteso non come divertimento ma come coinvolgimento. E in queste parole, è tornata tutta la sapienza etimologica e di conoscenza della lingua di Reale.
Nelle sculture di Varallo l'attimo è incarnato e pietrificato insieme per il futuro, in una parola è eternizzato come si legge nel Faust di Goethe. Bellissima la citazione di Lucetta Scaraffia: "Varallo, per la sua particolare storia si rivela come particolarmente adatto a comunicare il senso della compartecipazione. Il Sacro Monte, infatti, incarna proprio la certezza che le immagini possano ricreare la realtà storica della storia sacra, possano rendere la complessità del mistero, possano far sentire ai visitatori – che qui si chiamano pellegrini – la consapevolezza che la storia sacra è una certezza della quale vengono fatti partecipi attraverso la loro emozione e la loro memoria". Dunque sul Sacro Monte si arriva ad esclamare: "è successo davvero".
Decisamente testoriano il film di Elisabbetta Sgarbi "Non chiederci la parola. Il Gran teatro Montano del Sacro Monte di Varallo", secondo capitolo di una trilogia cinematografica dedicata alla scultura religiosa e ai dipinti del Sacro Monte che più di tutti ha affascinato l'autore e critico d'arte nato a Novate Milanese.
Una successione emozionante di luci e di ombre, di voci e musiche talvolta sussurrate, altre volte urlate, compone un racconto per immagini in cui l'identico si comunica nel diverso e nella fusione di stili, case abitate,
Monte di Varallo
volti, gozzi attraversati da vene ingrossate, capelli mossi dal vento.
Il Sacro Monte è in grado di comunicare temi e significati esistenziali. Quello che conta non è la materia fine a sè stessa ma la forma e il significato che in quella materia si incarnano. E' una storia sacra tutta umana quella che il Sacro Monte di Varallo ci consegna, nei capolavori di Gaudenzio Ferrari, di Tanzio da Varallo, di Gherardini, di Morazzone, del Ceranino. Un racconto che porta il sentore di Montale e di Plotino insieme.
Senza disturbare le statue e i dipinti, ci si avvicina là, dove gli occhi del visitatore non possono arrivare, oltre le grate, a raccogliere, almeno con lo sguardo, i corpicini nella polvere della Strage degli Innocenti, a contemplare il corpo appeso del Cristo straziato e "attossecato" come quello di Matthias Grünewald.
Non Chiederci la Parola
Regia: Elisabetta Sgarbi
Produzione: Betty Wrong
Secondo documentario della Trilogia della regista Elisabetta Sgarbi sulla scultura sacra dal XV al XVIII secolo dopo "Il Pianto della Statua".
Testi di Edward Carey, Giovanni Testori, Juan de la Cruz, Vittorio Sgarbi, Umberto Eco e Sebastiano Vassalli.
Voce narrante: Toni Servillo
Musiche di Franco Battiato e Frank B. Right