Idealmente, il poeta affida il ritorno alla normalità dopo le tragedie della guerra a “L’arburél”, vento leggero che arriva dal mare muovendo speranze e ricordi sopiti come in “E’ lavadéur” (Il lavatoio) dove la cadenza dei panni battuti sulla pietra è accompagnata da grida, litigi, parole sconce sino al canto corale che tutto riconcilia nella comunanza della fatica ed ancora come ne “I nòm dal strèdi” (I nomi delle strade) non solo riservati a personaggi illustri ma anche a luoghi del paesaggio e alla nobiltà del lavoro artigianale.
Porta con sé stridori il nuovo che avanza; le chiese di campagna “Al chèsi ad campagna” vengono sbriciolate per fini di speculazione edilizia e le vasche di sasso sono razziate da antiquari che le destinano ad alberghi e abitazioni di lusso.
La denuncia sociale e politica prosegue con “I vò tòt” (Vogliono tutto) rivolta a quei padroni la cui avidità li porta ad arricchirsi senza sosta e misura espandendo il loro potere sino al tentativo di impossessarsi della vita privata dei loro salariati.
Ritornando al mondo che gli è caro Pedretti, con affettuosa ironia, affida alle voci “Al vòuisi” le sonorità dialettali riscontrabili nel percorrere le vie del borgo, in luoghi d’incontro come le osterie o nelle fiere “La fira” caleidoscopio di cadenze il cui intercalare e intrecciarsi rimanda alla nobiltà del teatro popolare.
I suoni della collettività si stemperano nel momento in cui il poeta apre spazi intimi riservando attenzione al valore dell’amicizia ne “I amaigh” (Gli amici) coi quali per intendersi sono sufficienti minimi gesti e sguardi, sino a stupirsi di come il tempo sia trascorso velocemente tanto che “L’è guesi da no cied” (E’ quasi da non credere) sino al fatalismo di “Sa saràl” (Che sarà).
Mentre l’amore per la propria donna “La mi dòna” si manifesta nello svelarsi di un semplice sorriso.
Il sentire poetico di Nino Pedretti coniuga momenti di intimità accanto ad altri di intensa partecipazione corale in un susseguirsi di toni assoluti contrappuntati all’intimità dei sussurri.
Nino Pedretti – “Al vòusi e altre poesie in dialetto romagnolo” – Giulio Einaudi Editore, pp.227, euro 16.
Mauro Bianchini