Milano – Cinquanta fotografie raccontano la storia di uno dei più grandi fotografi contemporanei: Ferdinando Scianna (Bagheria, 1943). La mostra, intitolata “Non chiamatemi maestro”, raccoglie immagini che raccontano, attraverso alcune delle sue fotografie più iconiche (dai viaggi in Spagna, America Latina, New York, Parigi alla sua amata Sicilia), la carriera del grande artista contemporaneo, noto anche per la sua non comune perizia narrativa e per l’abilità nella nobile arte dell’aforisma.
Scianna è il primo italiano ammesso, nel 1982, alla Magnum, leggendaria agenzia fondata Cartier-Bresson, che lo introdusse, e da Robert Capa.
Il lungo percorso artistico dell’artista si snoda attraverso tematiche quali: la guerra, i frammenti di viaggio, le esperienze mistiche, la religiosità popolare, legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita.
“Il mio mestiere è fare fotografie – dice Scianna – e le fotografie non possono rappresentare le metafore. Le fotografie mostrano, non dimostrano”.
Frase che trova corrispondenza in una delle sue fotografie più note presenti in mostra, scattata a Beirut nel 1976 durante la guerra civile libanese, in cui un combattente cristiano maronita imbraccia, in posizione di tiro, un fucile automatico dove spicca sul calcio, una decalcomania ovale della Madonna.
In molti hanno scritto del suo lavoro, a partire da Goffredo Fofi, che nel testo del catalogo della mostra, “Viaggio Racconto Memoria” (Marsilio, 2018) precisa: “Il lavoro fotografico di Scianna lo fa pensare a Hemingway e chiaramente a Sciascia, suo mentore ed esortatore”.
Una caratteristica delle immagini di Scianna è il nero. L’ombra dalla quale prende forma e si sviluppa la scena. A tal proposito dice – “Le mie immagini, e non soltanto quelle siciliane, sono spesso molto nere. Io vedo e compongo a partire dall’ombra. Il sole mi interessa perché fa ombra. Immagini drammatiche di un mondo drammatico”.
L’ombra incute paura, crea mistero, atmosfere e soprattutto seduce.
La mostra, allestita negli spazi di via Zamenhof, rimarrà in calendario sino al 22 gennaio e potrà essere visitata nei seguenti orari: martedì-venerdì 10-18; giovedì 10-19.30; sabato 15-19.
Note biografiche
Ferdinando Scianna nasce a Bagheria (Sicilia) nel 1943. Compie studi di Lettere e Filosofia presso l’Università di Palermo. Nel 1963 incontra Leonardo Sciascia con il quale pubblica, a venuto anni, il primo dei suoi numerosi libri, Feste religiose in Sicilia, che ottiene il premio Nadar. Si trasferisce a Milano dove, dal 1967, lavora per il settimanale L’Europeo come fotoreporter, inviato speciale, poi corrispondente da Parigi, città in cui vive per dieci anni. Introdotto da Henri Cartier-Bresson, entra nel 1982 nell’agenzia Magnum. Dal 1987 alterna al reportage e al ritratto la fotografia di moda e di pubblicità, con successo internazionale.
Svolge anche, da anni, un’attività critica e giornalistica che gli ha fatto pubblicare numerosissimi articoli in Italia e in Francia su temi relativi alla fotografia e alla comunicazione. Negli ultimi anni è impegnato in una letteratura ibrida che sposa testo e immagine.
Scianna ha ricevuto numerosi e importanti premi internazionali; ha pubblicato oltre sessanta volumi; ha lavorato nel reportage, nel ritratto, nella moda e nella pubblicità. Scrive di critica fotografica e di comunicazione, negli ultimi anni pratica una letteratura ibrida, incrociata sul dialogo testo / immagine (ossia sul primo comandamento cui dovrebbe obbedire ogni libro illustrato).