Ad occhi chiusi – L'arte provocante e provocatoria di Danilo Alessandro Brutti ritorna nella sede dell'Undergallery in pieno centro storico a Daverio. Dopo la personale 'La Casadisegni 2007/2008' che aveva visto l'artista alle prese con piccanti immagini che avevano impressionato e coinvolto il pubblico, il giovane ritorna oggi a far parlare di sé. Anche in questa occasione, Brutti propone opere di forte impatto, nate grazie ad un lungo lavoro di ricerca durato più di tre anni. Compongono il progetto You can't see – aperto al pubblico fino al 6 giugno – una serie di pitture ed alcune piccole sculture in ceramica. L'artista sceglie di ritrarre l'uomo contemporaneo fissando il volto di soggetti diversi sulle sue tele. Filo conduttore dell'intera esposizione è la scelta di oscurare i visi dei modelli con un copricapo bianco. I soggetti raffigurati sono quindi impossibilitati nel vedere (da qui il titolo dell'esposizione).
Riflettiamo sull'oggi – Una carrellata di personaggi anonimi riempie così la piccola galleria nella quale allo
stupore si mescola quasi un senso d'angoscia. Le opere di Brutti, rigorosamente giocate sul bianco, nero e rosso sono forti ed immediate. L'artista propone al pubblico la sua personale lettura della realtà attuale mettendo in luce uno dei disagi contemporanei. L'assenza della vista diventa la metafora della condizione umana, di chi non vuole guardare. "Compiendo un percorso lineare di scandaglio tra i tratti somatici degli individui si giunge a riconoscerli nonostante il volto coperto da una maschera, ogni essere umano anche se celato non cessa di essere unico. Fino a quando tiene gli occhi aperti", spiega Brutti. "You can't see analizza e propone in forma grafica quello che potrebbe o forse realmente accade quando gli occhi rimangono chiusi – continua l'artista – ostinatamente chiusi di fronte all'evidenza della ridondante realtà, non prende posizione però, piuttosto propone spunti di riflessione, ognuno di noi ha qualcosa che non vuole vedere ed è proprio in quel momento, intimo di debolezza che questi lavori ci fotografano".
Fil rouge – L'essenzialità dei colori è spezzata solo dall'introduzione di piccole colature di pittura sullo sfondo dei ritratti, con questo intervento l'artista sottolinea la presenza di un altrove, distante ma tangibile. Brutti agisce a piene mani sul supporto, carica le dita di colore e invade la tela, che a volte non basta ad ospitare questi volti bianchi sempre più propensi a sporgersi al di fuori della bidimensione del quadro. Oltre alle opere con ritratti singoli, Brutti propone anche delle coppie di modelli (Double can't see), dove i visi si rincorrono in una gara che non avrà mai vincitori. Dialoghi impossibili e combinazioni inattese; la mostra è completata da una installazione composta da un gruppo di statue in ceramica. Si tratta dei Guardiani, opere di piccolo formato tinte di bianco. Anche questi personaggi però, come i volti dipinti, sono completati da un cordone rosso che parte proprio al di sopra della nuca. "Rossa è la linfa che compiuta la fotosintesi clorofilliana discende percorrendo il cordone ombelicale per la testa ci nutre" scrive Brutti, "il cordone ombelicale per la testa, unico elemento della scena che non perde il colore diventa simbolo forte d'unione tra quello che è, e quello che potrebbe essere. Novello filo d'Arianna, si erge a elemento di salvezza. A volte quando gli occhi restano chiusi la mente può continuare a vedere".
You can't see
Mostra personale di Danilo Alessandro Brutti
15 Maggio 2010 – 6 Giugno 2010
Opening sabato 15 Maggio dalle ore 17.30
Undergallery associazione culturale
Piazza Monte Grappa 6, 21020 (centro storico)
Daverio (Varese)
+39 3482202587 (info) undergallery@libero.it