Busto Arsizio – Il bianco da sempre rappresenta un incubo per gli artisti. Si tratti di un foglio, della tela, di una pagina. E’ il momento della creazione, di rendere visiva un’idea o un progetto. Dal pittore allo scrittore, fino all’ alunno, davanti allo svolgimento di un esame, provano quella strana sensazione, tra “vuoto” e “paura”, che precede l’ispirazione. E’ come trovarsi davanti a un muro altissimo, che vorremmo scalare ma, nonostante i numerosi tentativi, continuiamo a cadere. All’improvviso la barriera si rompe, arriva l’illuminazione e finalmente si dà il via alla magia della progettazione.

Ma, quando si accende la tanto attesa lampadina e l’estro si scatena, siamo sicuri che, quell ‘idea geniale, sia “farina del nostro sacco o, al contrario, sia una conseguenza, sebbene involontaria, di contaminazioni esterne?

Al dubbio risponde Giorgio Faccincani, architetto, che all’argomento ha dedicato il suo ultimo libro intitolato “Creatività e Progetto”.

“Spesso pensiamo che l’idea geniale nasce dal nulla, dalla fantasia. – spiega l’autore. In realtà viene alimentata attraverso la lettura, lo studio, l’analisi,  il confronto e la verifica dei lavori di chi ci ha preceduto. La creatività – sostiene- non nasce dal nulla”.

E’ fondamentale capire, secondo Faccincani  quali sono le basi attraverso le quali l’inventiva si nutre. In base alla sua teoria, in tutti i lavori degli artisti, architetti, scrittori, musicisti e registri compresi, è possibile constatare dei riferimenti. Opere che nascono da qualcosa che è  stato fatto prima, visto o conosciuto attraverso strumenti o da differenti modalità operative .

“Pensiamo alla grande esperienza  dell’OuLiPo in Francia, con Perec e Calvino, i quali per stimolare la propria creatività si davano delle costrizioni dentro cui lavorare. considerare la  creatività come un mezzo per realizzare qualunque cosa e che sia libertà assoluta, forse è un equivoco della storia dell’arte anzi, dell’arte in generale”.

Questo è il motivo che ha spinto l’architetto a scrivere il testo cercando  di suddividere alcuni riferimenti in capitoli. Ed ecco che, sfongliandolo si incontrano pagine dedicate alle “Gabbie, alle imitazioni, agli assemblaggi, ai paradigmi e alle riduzioni. Un’analisi che ha messo sotto la lente di ingrandimento soprattutto artisti moderni e contemporanei, grandi nomi come Peter Greenaway, Malevic, Albers, Fontana, Steven Holl o Frei Otto evidenziando le attinenze con altri artisti.

“Ho voluto scrivere questo testo perché la creatività fa parte del mio lavoro e della seconda attività che svolto, l’ insegnante.  In questo ruolo devo spiegare ai ragazzi come nascono le cose perchè spesso sono convinti che il progetto sia qualcosa che nasce da un’idea geniale e che cala dall’alto. E’ fondamentale dunque studiare, avere informazioni e  soprattutto la mente e gli occhi pieni. L’artista è come una sorte di “giano bifronte”: un occhio davanti, uno dietro, uno alla storia, uno a chi ci ha preceduto e uno davanti per poter dire, forse, una piccola cosa diversa, nuova, rispetto a chi c’e stato prima di noi.

Il volume, “Creatività e progetto” è reperibile nelle librerie.

E.F.