Una nuova opera – Franco Marrocco torna protagonista di una nuova mostra. L'artista residente a Saronno, e docente di pittura all'Accademia di Brera, ha, infatti, realizzato una nuova opera che ha dato vita a una mostra "diffusa" nella località Castello di Vigoleno, in provincia di Piacenza. L'opera è stata commissionata dall'Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Piacenza e troverà, infatti, collocazione permanente all'interno della Chiesa di S. Maria delle Grazie.
Resurrezione e…morte – La richiesta non è affatto casuale, ma nasce a seguito di un'altra opera dell'artista già presente in quella stessa chiesa. Si tratta di una Resurrezione, dal titolo "Alito-Alma", che era stata esposta tre anni fa alla mostra "Disseminazioni" a Piacenza e in seguito donata alla chiesa. Ora a quell'opera, giocata tutta sul colore bianco, farà da contraltare la raffigurazione simbolica della Morte, denominata "Impronte": il colore nero che struttura l'opera è, infatti, solcato da lievi impronte, come lasciate da un tessuto appena appoggiato, a evocare in maniera molto sottile le tracce di un sudario.
La mostra – Le due opere all'interno della chiesa hanno le dimensioni di pale d'altare (180 x 230 cm) e sono collocate una di fronte all'altra. Ma questo nucleo è solo l'incipit della mostra, curata da Andrea Del Guercio, che invaderà un po' tutto il piccolo borgo medievale di Vigoleno. Infatti, la mostra è disseminata in più sedi, per un totale di 15 opere così dislocate: 7 nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, 2 nella Chiesa di San Giorgio, 3 in casa Tanzi e 3 nel Torrione del Castello. "La mostra darà vita ad una situazione spaziale differente dal solito, una specie di labirinto nella città alla ricerca dei dipinti" afferma l'artista.
Bagliori di luce – "Le opere esposte costituiscono una campionatura dei miei ultimi lavori. Ci saranno, ad esempio, le Braci portate qualche mese fa a Vienna e altre opere più recenti scelte dal curatore" ci spiega Marrocco e continua, "non vuole essere una mostra di arte sacra, ovviamente, diciamo che sono opere nate intorno a considerazioni anche religiose e soprattutto esistenziali." I bagliori di Marrocco si traducono in velature di colore "in cui la luce va a collocarsi dietro al colore stesso, così come l'alba è alle spalle della notte, il bianco del giorno di fronte e dietro al buio del nero" commenta il curatore. La luce sembra divincolarsi da quel legame saldo col colore per liberare tutta la sua energia e abbagliare di nuove emozioni lo spettatore.
Franco Marrocco- "Bagliori"
Castello di Vigoleno (PC)
4 aprile – 6 maggio 2009