Castello Sforzesco
Da anni si discute sulla necessità o meno di dare una nuova collocazione alla Pietà Rondanini. Lo storico allestimento delle collezioni dei Musei del Castello, progettato dagli architetti Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto N. Rogers tra il 1954 e il 1956 ed entrato nella storia della museografia italiana, appare infatti oggi per molti limitare una più ampia valorizzazione della scultura michelangiolesca. Non accessibile ai disabili, la nicchia in pietra serena entro cui è esposta la Pietà collocata nella Sala degli Scarlioni, conclude una parte significativa del lungo percorso museale del Castello. Criticata oggi da più parti, l'idea originaria va letta nella sua giusta collocazione storica e all'interno di un progetto di ristrutturazione di un edificio complesso come il Castello Sforzesco. L'idea dello studio BBPR era infatti quella di ricavare per l'opera uno spazio di contemplazione più raccolto, all'interno di un percorso espositivo variegato che passa dalla scultura, alla pittura e che comprende anche l'architettura e le decorazioni delle stesse sale espositive. Il capolavoro di Michelangelo, nelle intenzioni degli architetti, sarebbe stato scoperto dal visitatore "con improvviso senso di sorpresa", accolto nella concavità della struttura in pietra grigia.
Dopo anni di dibattiti e proposte, in questi giorni è arrivata la conferma da parte dell'Assessore Boeri sull'avvio del progetto di ricollocazione della Pietà. Grazie ai finanziamenti della Fondazione Cariplo sarà infatti ristrutturato l'"Ospedale spagnolo" situato nelle mura occidentali del castello, che ospiterà, oltre al capolavoro incompiuto di Michelangelo, la biglietteria, sale dedicate alla didattica e il bookshop. Milano cerca di mettere in nuova luce i pezzi maggiori delle sue collezioni per rilanciare, secondo standard attuali, il suo sistema museale senza dimenticare la sua memoria: nella nicchia progettata dai BBPR saranno infatti probabilmente collocate alcune sculture di Bambaia, su cui verte un progetto di mostra curato dallo storico dell'arte Giovanni Agosti.