Il teorizzatore del Movimento – Sarà dunque lui, il grande storico e critico d'arte Renato Barilli, a curare i testi in catalogo della prossima mostra alla Fondazione Bandera di Busto Arsizio. Argomento: il Nuovo Futurismo. Barilli ha infatti presenziato alla conferenza di sabato 27 marzo, in qualità di esperto e sostenitore del movimento artistico nato a Milano nel 1984 e promosso dal gallerista Luciano Inga Pin. La sua presenza ha così svolto un ruolo da trait- d'union tra la presentazione della rivista del Liceo Artistico, che contiene un articolo su questo argomento, a cura del professor Graziano Cattini, e l'annuncio del prossimo evento presso lo spazio espositivo di via Costa, che inaugurerà il 24 aprile. Renato Barilli (Bologna, 1935) insegna estetica e storia dell'arte all'Università di Bologna. Come critico d'arte, ha storicizzato le esperienze d'avanguardia, dalla pop art alla body art ed è stato tra i primi studiosi italiani a soffermarsi sul rapporto tra arte e tecnologia, e in particolare tra arte e computer. Da sempre attento alle ricerche artistiche d'avanguardia, ha seguito sin dagli esordi il gruppo di artisti che hanno dato vita all'ultima grande declinazione del futurismo.
Le due facce del Futurismo – Barilli ha così tenuto una breve lezione sulla nascita di questa neoavanguardia, partendo da una precisazione: se il Nuovo Futurismo si dichiara erede del Futurismo di Marinetti nato nel 1909, è bene capire esattamente di quale ramo del futurismo è discendente. Barilli, infatti, chiarisce che occorre distinguere tra le due ramificazioni del movimento, che si presentava come una sorta di "Giano bifronte": da una parte la "testa" di Boccioni, dall'altra quella di Balla e Depero. Da Boccioni, "grande profeta delle ricerche d'ambiente", deriva la progressiva smaterializzazione dell'arte che ha condotto agli esiti ben noti di Lucio Fontana e in seguito dell'Arte Povera. Dalla coppia Balla-Depero prende avvio, invece, tutta la linea del cosiddetto "postmoderno" che comprende anche il Nuovo Futurismo: in questo caso l'opera d'arte non si dissolve nell'ambiente, ma essa stessa riplasma l'ambiente che la circonda attraverso uno spirito giocoso che non rinuncia ai colori, alle immagini, alla superficie. Un mondo vivace e policromo che, a distanza di secoli, viene riproposto e arricchito dall'uso di nuovi materiali allora inesistenti (pvc, fibre sintetiche, plastica, smalti, etc). L'arte si inserisce, dunque, e partecipa attivamente alle follie della vita, "in bilico tra raffinatezza aristocratica e kitsch".
Presenze cittadine – Presenti alla conferenza anche alcuni degli artisti che vedremo esporre prossimamente a Busto Arsizio: Gianantonio Abate, Claudia Bonfiglio, Luciano Palmieri, Dario Brevi, Luraschi, Crosa. A questi vanno aggiunti Lodola, Innocente, Plumcake e Postal. Il catalogo della mostra sarà realizzato interamente dal Liceo Artistico e l'evento sarà dedicato allo scopritore di questo geniale gruppo di artisti, Luciano Inga Pin, scomparso lo scorso anno.
Novità in Fondazione – La Fondazione Bandera si prepara, dunque, ad aprire un nuovo capitolo della sua storia, dopo quella che si può chiamare una "pausa di riflessione". Per affrontare tale impegno, la Fondazione ha prima di tutto provveduto a rinnovare il proprio Consiglio di Amministrazione al quale, accanto a Piero e Franco Bandera, sono stati chiamati a far parte l'avvocato Nicola Paolantonio in qualità di Presidente, Luigi Carcano come Vicepresidente, Luigi Mariani (che già faceva parte del precedente CdA), Ettore Ceriani e Andrea Cavalli, nella carica di segretario. L'attività espositiva ripartirà quindi il prossimo 24 aprile, ma si stanno anche gettando le basi per un ampio numero di iniziative nel prossimo autunno. "Oltre alle esposizioni, vogliamo diventare un prezioso punto di riferimento per altre iniziative del territorio: conferenze, attività varie, presentazioni di volumi, dibattiti sulle problematiche cittadine e della Valle" dichiara Paolantonio. "Per quanto riguarda le mostre d'arte, il campo delle manifestazioni artistiche si è notevolmente ampliato. Accanto alle discipline ‘classiche' della pittura e della scultura, hanno assunto grande importanza la fotografia, le installazioni, i libri d'artista, le nuove espressioni legate ai sistemi informatici. La nostra intenzione è quella di dare spazio anche a queste esperienze. Le future mostre seguiranno in linea di massima i seguenti tracciati: giovani talenti emergenti; particolari periodi e cicli di artisti affermati o storici; rivalutazione di quei protagonisti locali che, per coerenza di percorso ed originalità di esiti, meritano un'attenzione critica che sinora non hanno avuto". Non ci resta che augurarci che tutto questo possa avverarsi e che la Fondazione si trasformi presto in un frequentato polo culturale aperto alla città e al territorio.