Gemonio – “Oltre lo sguardo” gli anni Sessanta, è il titolo della mostra in apertura dal 9 marzo al Museo Floriano Bodini, dedicata a Carola Mazot (Valdagno 1929 – Milano 2016).
La retrospettiva si concentra sul primo periodo della produzione artistica di Mazot, gli anni Sessanta appunto, i cui soggetti sono l’essere umano e il suo volto, d’intensità incantata. L’artista spesso affermava: “La mia passione è osservare i volti delle persone e indagare sui loro sentimenti ed emozioni”. Così faceva nella vita e nel lavoro, con le persone conosciute e con chi non conosceva. Figure imprigionate nel loro sentimento e mistero. Sagome arcaiche di grande suggestione simbolica divengono anche esplicite meditazioni sull’archetipo femminile e maschile e rivelano la classicità insita nel linguaggio dell’artista, sempre in dialogo con l’antico. In questo primo periodo particolarmente evidente.
“Oltre lo sguardo” ideata specificamente per il Museo, presenta una serie di figure singole o in coppia, che ne rivelano l’anima con una tensione verso la dimensione spirituale. Una riuscita rielaborazione di modelli rinascimentali che arrivano dal classicismo, alcuni con lo sguardo diretto oltre il campo visivo dell’opera, altri si guardano fra loro raggiugendo a volte anche l’osservatore. Volti con una dignità ed eredità greca ma venata da una enigmaticità attuale, come moderna classicità novecentista. Tele dai colori scuri o monocromatici, a toni cupi e sfondo indefinito. Tratti essenziali che costruiscono il disegno. Una pittura scultorea che affonda nella materia a colpi di sgorbia per lasciare il segno in chi le guarda.
Allieva di Marino Marini e Giacomo Manzù in quegli anni diventa parte del gruppo di artisti e letterati, soliti radunarsi al celeberrimo bar Jamaica, il noto locale che metteva in contatto artisti e personaggi della cultura, fautori dei grandi fermenti artistici dell’epoca.
Figura femminile dirompente, sempre fuori da schemi precostituiti, operando in ambienti quasi esclusivamente maschili, Carola ha sempre seguito i suoi impulsi stilistici personali dedicando l’intera esistenza all’arte con caparbietà e determinazione raggiungendo numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.
“Gli anni centrali del Novecento e la figura umana. Questi due elementi sono da sempre tracce che veicolano le scelte espositive al Museo Civico Floriano Bodini. Solchi che lo stesso Maestro al quale il Museo è dedicato, ha vissuto, percorso, scavato, affondato, scalato, per tutta la vita. Gli anni che vengono indagati nelle opere della pittrice veneta Carola Mazot, selezionate per la mostra “Oltre lo sguardo” al Museo di Gemonio, sono quelli dei due decenni che vedono a Milano, il dissolversi del Realismo Esistenziale, ma allo stesso tempo non vedono in lei l’allontanamento dallo studio e dall’indagine della figura umana. Volti di donne e uomini, in solitaria o in coppia, che si stagliano su uno sfondo indeciso, impreciso, impalpabile. Una visione cromatica che ben descrive la situazione storica, le dinamiche umane che nell’atmosfera milanese si vivevano in questo periodo. E poi la musica, le note del violino che la stessa pittrice ascoltava alle lezioni della figlia in conservatorio, donano quel tocco di spensieratezza mancante. La figura di Carola Mazot dona un nuovo sguardo, al femminile, sulla pittura milanese degli anni Sessanta, invitando, fin dal titolo della mostra, ad andare oltre a ciò che si vede e scavare negli occhi di figure senza tempo” (Lara Treppiede – Direttore Museo Civico Floriano Bodini)
La mostra rimarrà in calendario sino al 7 aprile. Vernissage: sabato 9 marzo alle 16.30 Orari: sabato e domenica 10.30 – 12.30 / 15 – 18, da lunedì a venerdì su appuntamento T. 339 7596939