Arte con la A maiuscola – Nato a Torino nel 1930 e scomparso a Battagliotti di Avigliana nel 2009 (dove ha vissuto dal 1971, immerso nella natura e lontano da ogni frenesia), Piero Ruggeri rappresenta una delle figure più significative dell'arte informale italiana. Amplissima la sua bibliografia e numerosissime sono le partecipazioni ad alcune tra le più importanti mostre, nazionali ed internazionali, quali: la Biennale di Venezia (nel 1956 – 1958 – 1962 – 1978), le "Italia – Francia" (nel 1955 – 1957 – 1959), la Biennale di San Paolo del Brasile, nel 1961 e nel 1963, le Quadriennali di Roma. Tra le mostre personali sono da citare le "antologiche" di Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1984, alla Villa Reale di Monza nel 1985 e al Circolo degli Artisti di Torino nel 1986. La mostra alla Galleria Bambaia di Busto Arsizio vuole ripercorrere le tappe della sua lunga carriera, attraverso 24 dipinti anche di grandi dimensioni.
Informale in continua evoluzione – Sarà così possibile ammirare le prime opere dell'artista, risalenti alla fine degli anni cinquanta, come "studio per un ritratto", che testimoniano la sua immediata vocazione all'informale, aggiornata sui maggiori riferimenti europei (Soutine, Wols, Dubuffet, Appel, Jorn) e americani (De Kooning, Kline, Gorky). Nei primissimi anni sessanta assistiamo ad una sorta di "disfacimento dell'informale", da cui nascono i cosiddetti "dipinti lavati", dove lo spessore della materia lascia il posto al libero svolgimento del segno e del gesto. A seguito della partecipazione alla
Biennale di San Paolo del Brasile del 1963, Ruggeri ripristina nelle sue tele il riferimento alla natura e al paesaggio, che sarà sempre decisivo nella sua produzione, intervenendo con stesure sature di oli e smalti, come è possibile vedere in mostra nello "studio di paesaggio" (1963).