La sfida – “Il nostro è un nuovo modo di fare e di portare in scena l’opera lirica”: esordisce in questo modo Mario Migliara, regista del Teatro dell’Opera di Milano, che abbiamo incontrato dietro le quinte del Teatro Tenda di Varese prima dell’inizio della rappresentazione di martedì scorso dei Carmina Burana.
“Per avvicinare il grande pubblico alla lirica” prosegue Migliara “è necessario conoscere a fondo i meccanismi teatrali di palcoscenico, perché l’Opera è, sì, musicale, ma ha in sé anche tutte le altre componenti di un qualsiasi spettacolo: dalla recitazione alla costruzione della scena.”
Rendere più fruibile e “popolare” l’opera, insomma, è il progetto a cui aspira il Teatro dell’Opera di Milano, fondendo armonicamente lirica e teatro di prosa, mantenendo intatte la struttura e la volontà espressiva del compositore, ma mescolandole alle leggi canoniche della prosa.
Magia senza tempo – Protagonista indiscusso sul palcoscenico resta sempre lo spazio occupato dalla musica, e nel caso dei Carmina Burana potremmo dire occupato “con la forza”.L’opera di Carl Orff si presta particolarmente alla sfida del grande pubblico per la sua attualità e la sua potenza rivoluzionaria. Non a caso i Carmina Burana sono stati definiti un’opera rock e trasgressiva, e il pubblico di Varese deve essersene accorto. Trasferiti, causa pioggia, dai Giardini Estensi all’Apollonio, i varesini non hanno certo fatto mancare il calore agli artisti sul palcoscenico.
Tre gli appuntamenti di opera lirica per la stagione estiva del Teatro Apollonio di Varese. La sfida è quella di portare tra la gente un genere non così popolare, ma di indubbio fascino. Dopo l’opera di Carl Orff, si passa a “La Rita” di Donizetti e a “La Serva Padrona” di Mozart in agosto.