Una passeggiata in montagna è sempre un’ottima idea! E per chi proprio non vuole rinunciare alla cultura consigliamo una “caccia al tesoro” tra i freschi sentieri del Campo dei Fiori di Varese.
Chi conosce le sculture di Edoardo Caravati, scalpellino per mestiere e scultore per passione, sparse per tutto il Parco?

Edoardo Caravati, noto come “il matto del piano della croce”, soprannominato lo “stravaccamadonne”, nasce a Bosto (un quartiere di Varese) il 2 febbraio del 1869. Costretto a trasferisrsi i in Germania dopo la morte del re Umberto I (nel 1900) si stabilì a Lautenbach, città nei pressi di Strasburgo con un paesaggio che ricorda molto quello nostrano, e proprio qui trovò sfogo la sua passione di “artista spaccapietre”.
Furono moltissimi i nobili tedeschi che gli commissionarono opere di abbellimento in città ma soprattutto nei boschi limitrofi, che (purtroppo) lì rimasero quando tornò in Italia con la moglie e i figli a cavallo degli anni 1911 e 1912.

Tornato a Varese trovò la città in un periodo particolarmente fertileErano infatti gli anni in cui il grande architetto Sommaruga aveva firmato i progetti per la costruzione della Funicolare, dell’albergo e del ristorante del Campo dei Fiori. 

Gli fu affidata la supervisione dei lavori sulla strada militare che collegava il Monte Tre Croci al Forte di Orino. A diretto contatto con la natura riscoprì la sua voglia di esprimersi attraverso la scultura e anche se le opere su commissioni qui furono molte meno, sono molte di più quelle che l’artista realizzò per suo piacere personale.

Tutte di carattere spirituale – croci, chiodi, corone di spine, l’occhio a triangolo simbolo del Dio trino e onniveggente, un bicchiere e un teschio come rappresentazione della morte e del vizio… – le sue sculture (che definiamo quasi naif, plasmate da rocce dure non adatte alla scultura) raccontano le storie degli evangelisti, scelte perché capaci di lasciare traccia dei suoi più inconsci sentimenti. Anche lui era un appassionato di escursioni, di rocce, della bellezza che la natura sa trasmettere e non ci viene difficile immaginare quello che succedeva dentro di lui durante le sue lunghe passeggiate. Schiacciato dalla potenza che solo la natura sa trasmettere sentiva il bisogno di esprimere, lì, ovunque si trovasse, i suoi pensieri più profondi.

 

 

Queste sono solo alcune delle sue opere…

  • Una Madonna acefala (oggi in una zona inaccessibile)
  • Due busti dedicati a Luigi Broggi Maria Ciotti
  • Il bassorilievo così detto del Presepe sul tracciato di antico sentiero, dove ogni naturale sfaccettatura è stata utilizzata per una complessa raffigurazione religiosa
  • Su di una roccia inclinata affiorante a pieno cielo un Crocifisso sormontato dal Padre Eterno domina la vallata nord
  • La testa del Redentore scolpita nel taglio di roccia eseguito per far posto al vecchio lavatoio di Santa Maria del Monte
  • Sul muro a fianco dell’accesso alla via che conduce al Grande Hotel le formelle scolpite nella muratura di un contrafforte raffigurano motivi floreali, croci e una Sacra Famiglia… 
  • La roccia che sovrasta un piccolo fontanino (all’inizio della strada che porta al Campo dei Fiori) ha scolpito un piccolo Crocifisso (colorato a posteriori)
  • Il Sass del Signur, a un trivio di sentieri druidici sormontato da un piccolo Crocifisso. La rocia è diventata luogo di testimonianze in ricordo di personaggi e visitatori (Foto 3)
  • Un grande monolito, a fianco di un sentiero molto ambito, rappresenta il Padre Eterno con una Vergine sottostante (Foto 2)
  • Il Crocefisso con le Tre Marie, ora sul basamento del piazzale del cannone (Foto 4)