Castiglione O. – Proseguono le iniziative per i 600 anni della Collegiata con un nuovo appuntamento al Museo dove il 19 maggio si inaugurerà una nuova esposizione dal titolo: “Santi di Neri di Bicci. Ospiti toscani al Museo della Collegiata”. Verranno presentate due opere attribuite al fiorentino Neri di Bicci (1419-1492), poste accanto alla sua grande Crocifissione.
Il prestito delle tavolette, raffiguranti San Domenico e San Giovanni Gualberto, è stato concesso dalla Galleria Altomani di Milano, dopo la partecipazione al Tefaf di Maastricht, fiera mondiale di arte e antiquariato.
Neri di Bicci fu erede di una fortunata dinastia di pittori, avviata dal nonno Lorenzo e proseguita con il padre Bicci di Lorenzo: tra le più ricche della Firenze del tempo, fu una bottega di successo per l’alta qualità tecnica sempre espressa, evidente in particolare nelle dorature.
Neri di Bicci dipinse instancabilmente pale d’altare per importanti chiese fiorentine, ma anche anconette destinate alla devozione privata, cofanetti, cassoni, cortine, statue in stucco o legno. Da Firenze la sua arte fu richiesta in Chianti, Valdelsa, Valdipesa, Lunigiana e tra Arezzo, Volterra, Pisa.
Non fu mai a Castiglione Olona, né ebbe commissioni dal cardinale Branda Castiglioni. La Crocifissione, oggi esposta in Museo, giunse nel 1928 in deposito dalle Gallerie Fiorentine, per colmare una lacuna presente nell’abside della Collegiata, tra le storie dei santi Stefano e Lorenzo, affrescate dal Vecchietta e da Paolo Schiavo, al quale allora l’opera era attribuita. In seguito all’assegnazione della Crocifissione alla fase giovanile di Neri di Bicci, nella volontà di meglio preservarla e per comunicare la sua estraneità rispetto al contesto, la tavola è stata spostata nelle sale dell’antica canonica, dove la visione ravvicinata consente di apprezzare tutta la raffinatezza della lavorazione dell’oro.
Il dialogo tra la Crocifissione e le tavolette con San Domenico e San Giovanni Gualberto mostra l’evoluzione fondamentale dello stile di Neri di Bicci: dalle fisionomie corrucciate delle figure degli esordi a quelle raddolcite della fase più matura, con maggior resa plastica delle forme e sempre grande perizia nelle decorazioni preziose.
L’esposizione è una finestra privilegiata per osservare la Firenze in cui mosse i primi passi Neri di Bicci, quella che vide Masolino iscriversi all’Arte dei Medici e degli Speziali, la corporazione che radunava anche i pittori. Nella bottega del padre, Bicci di Lorenzo, fu apprendista lo Scheggia, fratello di Masaccio; in quella di Neri si formarono Cosimo Rosselli e Francesco Botticini.
È il tempo straordinario di elaborazione dell’arte rinascimentale, i cui echi concreti, grazie a Branda Castiglioni, giungeranno anche a Castiglione Olona, cristallizzandosi nei colori luminosi e nelle forme aggraziate di Masolino da Panicale.
La presentazione delle opere di Neri di Bicci, che rimarranno esposte fino al 23 luglio, si terrà venerdì 19 maggio, alle 18, nella Nuova Scolastica del Museo (Via cardinal Branda 1). Orari al pubblico: da mercoledì a domenica (e festivi) 10 – 13 / 15 – 18; martedì apertura su prenotazione per gruppi
Per l’inaugurazione l’ingresso sarà libero, mentre nei giorni seguenti l’esposizione sarà visitabile secondo il consueto tariffario del Museo.