Nell'imminenza dell'evento artistico organizzato da Whirlpool Europe, che durante la Notte Bianca varesina del 23 giugno presenterà al pubblico i "frigoriferi d'artista", abbiamo interpellato Loris Ribolzi sul suo modo di affrontare questo inusuale campo d'intervento.
Stupito, dalla proposta della Whirlpool?
"No, e anzi sono soddisfatto di avere avuto questa occasione. Sono anche un designer e dunque lavoro con gli oggetti e con la materia dal suo lato estetico e poetico."
La Whirlpool le ha dato "carta bianca"?
"Sì, del frigo si poteva fare quel che si voleva, anche distruggerlo. Io non l'ho distrutto e nel mio intervento ho potuto contare sull'ottima assistenza dei laboratori della Whirlpool."
Come ha interpretato questo tema-oggetto?
"Ho scelto un modello in acciaio e tramite tecniche e trattamenti messi a punto per l'occasione ho fatto reagire la materia stessa del frigo sino a ottenere delle colorazioni particolari."
E la forma dell'elettrodomestico, è rimasta tale e quale?
"No, tramite delle applicazioni ho modificato anche il volume del frigo, per farne un oggetto con altre valenze."
Incapace di fare quello per cui è nato: refrigerare…
"Altro che! Il mio frigo è rimasto perfettamente funzionante! Il design rispetta le funzioni, ho pensato e agito da designer, non è che la poesia o l'estetica contraddicano la funzionalità"
Quanto tempo ha impiegato per trasformare il frigo?
"Dai disegni esecutivi alla realizzazione, in due persone, dieci giorni."
E' vero che sta preparando un'esposizione per il Politecnico di Milano, con il quale collabora?
"Sì, dopo la mostra che mi hanno dedicato riferita al legno, ora è la volta dei metalli, altro campo del mio lavoro, che si occupa del lato poetico della materia."
La poesia di Loris Ribolzi non teme il freddo e l'acciaio. La Whirlpool ha trovato un artista motivato. Ne vedremo delle belle.