Come nasce un manoscritto miniato? Chi sono i miniatori che, dagli albori del Medioevo fino al XVIII secolo, si dedicano alla decorazione dei codici? Dove e come lavorano, quali sono stati gli strumenti del loro mestiere?
C'è ancora molto da scoprire a proposito di una delle forme d'arte più affascinanti e coinvolgenti, un'espressione creativa capace di far parlare e in qualche caso di far cantare le carte e la pergamena.
La miniatura, ovvero la decorazione pittorica e l'illustrazione del libro manoscritto, fu una delle manifestazioni artistiche più importanti del Medioevo, tanto che, l'importanza dei laboratori artigianali e la fama di alcuni maestri trovano un testimone d'eccezione anche in Dante Alighieri.
Capolavori assoluti sono conservati nelle più grandi e prestigiose biblioteche del mondo, come la Bibbia di Borso d'Este. Ma ci sono anche antichi codici irlandesi dove una fitta di rete di intrecci compone disegni e simboli; manoscitti ebraici, latini, islamici, armeni, con pergamena completamente colorata di rosso e inchiostri d'oro e d'argento come il celebre Codice Purpureo di Rossano Calabro.
Un universo, quello del codice miniato, complesso, ricco
di suggestioni e agganci non solo con la storia dell'arte, ma anche con la storia del diritto, delle Università, della liturgia, dell'economia e della medicina.
L'arte della miniatura è trasversale, attraversa secoli, spazi, culture e lingue.
La grammatica figurativa e l'iconografia del codice manoscritto, inoltre, vengono declinate – quasi fossero un insieme di diversi dialetti o parlate locali – in forme e stili differenti a seconda delle zone geografiche. È proprio l'aspetto materiale, legato ai diversi supporti di scrittura, agli inchiostri colorati e agli strumenti di lavoro di copisti e miniatori, ad affascinare incredibilmente – in tempi di testi virtuali figli dell'era elettronica – chiunque si accosti al manoscritto e alla storia della sua secolare decorazione.
Questa componente suscita il maggiore interesse, considerando che, proprio nell'era di Internet – dove assistiamo ad una convivenza di carta e schermo spesso non pacifica – il concetto di libro rischia quasi di sfuggirci. Lo stesso vale per le immagini. Il nostro tempo ne è costantemente saturo e sembra faticare a cogliere la sorpresa che destano le miniature da contemplare tra fitte colonne di scrittura in un codice antico.