Ercole Ielmini avrebbe voluto ricordarlo con una mostra: chiamare a raccolta i collezionisti, dal varesotto, dalla Lombardia, dal Veneto, riunire quanti hanno contribuito a far riaffiorare la memoria dell'ultimo Russolo, dei suoi anni lavenesi nella recente mostra al Mart di Rovereto e e di seguito a Londra, lo scorso anno, e riportarla a casa, a Cerro.
Doveva, nelle intenzioni del sindaco di Laveno, essere una riedizione riveduta e corretta, ampliata, di quella sala che concludeva in maniera esaustiva il percorso immaginato per il Museo realizzato da Mario Botta dai curatori Franco Tagliapietra e Anna Gasparotto, pronipote dell'artista.
Purtroppo, raccontano oggi il primo cittadino e la stessa Gasparotto, il progetto per celebrare il sessantesimo anniversario della scomparsa di Luigi Russolo (Portogruaro 1 maggio 1885 – Cerro di Laveno 4 febbraio 1947) non è potuto andare in porto. Costi eccessivi per un comune piccolo come Laveno, che già si è speso non poco lo scorso anno per la celebrazione del 150° della Fondazione delle Ceramiche.
"Con rammarico – spiega Ielmini – ma realisticamente, quando abbiamo fatto i conti, tra curatela, trasporti, assicurazioni, la cifra complessiva per difetto, per un progetto serio, si avvicinava ai 70.000 euro. Francamente improponibili, per noi. Non escludo però che si possa ricordare l'artista con altre vie, magari con un incontro, un piccolo convegno".
Laveno, in ogni caso, non si si è dimenticata del suo illustre ospite, approdato sulle rive del lago per la prima volta nel 1933, ospite della sorella Anna Maria e poi definitivamente accasatosi, nella villetta di Cerro, l'anno successivo. Si deve infatti proprio alla pronipote, il lungo omaggio compreso nell'ultimo numero di Terra e Gente, pubblicato nel dicembre scorso.
Il ricordo si incanala in una sequenza di fervide attenzioni riservate dal comune al suo artista, nonché a quella comunità di pittori e intellettuali che in qualche modo intorno a lui si riunì facendo di Laveno per un preciso momento storico, un particolare crogiuolo di intelligenze creative: qui intorno al Russolo che sviluppava la sua pittura "classico-moderna" muovevano Mario Aubel, Boris Georgiev, Innocente Salvini, che pur stando immobile al suo mulino, faceva da punto di riferimento agli altri. E ancora, letterati e musicisti.
Già nel 1960, Laveno dedicò al suo pittore esoterico una mostra postuma nella sede del palazzo Comunale. Nel 1997, per il cinquantenario della morte ne venne allestita un'altra, questa volta nelle sale del Museo di Cerro. Nel 2000 infine, a Villa Frua, fu la volta di un omaggio a Mario Aubel. Peccato che nel sessantesimo non si ripresentino le condizioni per una nuova ricognizione, filologicamente più aggiornata, di quella importante stagione.
Fuori gioco la Fondazione Russolo Pratella, e i coniugi Maffina per lungo tempo sostenitori della causa Russolo e che per vari motivi negli gli ultimi anni si sono appannati nel portare avanti il loro contributo, il testimone è passato appunto alla pronipote Anna Gasparotto, residente a Cerro, che ha avuto il pregio di accedere agli archivi del prestigioso avo.
E che dire: peccato, o fortuna, che gli archivi, meticolosamente conservati da Russolo stesso prima, dalla vedova Maria Zanovello dopo, e in terza battuta dai nipoti Bruno Boccato e Nori Menegon, siano stati perfettamente arrivati sino a nostri giorni ma destinati anziché a distratte istituzioni locali, all'Archivio del '900 di Rovereto; dove, approdati nel 2004, hanno avuto la possibilità di essere studiati con tutto quanto di inedito ancora presentavano. Sarebbe successo lo stesso altrove?