Prenderà ii via il 1 Settembre (dalle ore 18.30) nella location di Villa Contemporanea a Monza, la mostra dedicata ai due artisti che hanno fatto dei simboli del consumismo il loro segno distintivo. | ||
Peter Hide 311065 pone al centro della sua ricerca artistica il denaro, lo utilizza per evocare la sua fascinazione ma anche la sua pericolosità. Usa le banconote che accumula, accartoccia, mette sotto teca, trasformandole in vere e proprie reliquie. Egli gioca con il simbolo assoluto del potere ed intitola una serie di opere “Monocromi” (verde dollaro; rosa euro), in cui il colore deriva dal tipo di banconota usata e dalla sua forza-valore. Altre opere riportano sulla superficie scritte fluorescenti che suonano come monito alla dissoluzione materiale “To love money over everything”, “Blood money”, “In God we trust”. Peter Hide si fa portavoce di un’umanità ossessionata dal denaro, lo teme a tal punto da metterlo in scatola così da creare uno spazio tra sè e la sua forza attrattiva; non vuole essere sopraffatto, si ribella ma ne subisce la fascinazione. In questi “reliquiari” il denaro si trasforma in prodotto commerciale, non c’è nulla di divino ma solo l’apparente debolezza umana. Anche I tagliandi “gratta e vinci” sono simboli di potere e Hide li usa dopo averli grattati: egli, infatti utilizza i biglietti vincenti che decide di non riscuotere, congelando così l’attimo della speranza e della sorpresa. L’artista si sottopone ad una prova di forza: non riscuotendo la somma vinta, ne esce ribelle e vittorioso. La negazione della vincita si trasforma così nella vittoria della sua forza morale: è il trionfo del libero arbitrio, riscatto di un’umanità che non è ancora del tutto perduta. La vena ironica dell’artista é ancora più evidente in “True money – Fac simile”: utilizzando vere banconote, sulle quali applica il timbro fac-simile, Hide si prende gioco dello spettatore, lo spiazza, gli fa credere di essere davanti a banconote false, quindi inutili. Giordano Redaelli si rivolge in maniera scherzosa ai prodotti di uso quotidiano; la scelta dei beni di consumo riconoscibili dal loro brand commerciale diventa specchio di una società e lascia affiorare il vissuto ed i ricordi che a quel prodotto sono legati. Le icone commerciali diventano il supporto su cui l’artista interviene pittoricamente. Fruitore del nostro tempo, Redaelli si trasforma in “sociologo” del contemporaneo; colleziona involucri ed etichette sulle quali dipinge simboli e spunti di narrazione. Con la tecnica del collage e del packaging dà vita a creazioni artistiche nelle quali riusciamo ad identificarci; la percezione della realtà e del nostro vivere quotidiano ci avvicina a queste opere. Redaelli, infatti, usa codici comuni che fanno breccia nella nostra storia di consumatori, di fruitori di pubblicità. Brand e messaggio pubblicitario sono associati all’intuizione, all’ironia di un gioco di rimandi. Redaelli strizza l’occhio alle icone del contemporaneo: bellissimo l’esempio de “Lo squalo da 12 dollari”, opera del 2009, dove la sagoma di uno squalo si staglia sullo sfondo delle confezioni di Mayonese Kraft. Non é il solito pesciolino che si mangia con la maionese, bensì uno squalo che fa il verso a quello ben più costoso di Damien Hirst… Peter Hide 311065 e Giordano Redaelli testimoniano il tempo attuale; in maniera sapiente ed ironica hanno saputo cogliere i simboli della società dei consumi nella quale viviamo, lasciando ai posteri uno spaccato dei nostri usi e consumi. Inaugurazione: Venerdì 1 settembre 2017, dalle ore 18.30 Giorgio Redaelli |