Capsella di San Nazaro (Museo Diocesano di Milano)Capsella di San Nazaro (Museo Diocesano di Milano)

Artevarese ha condotto i propri lettori nella Milano del IV secolo d.C., attraverso i complessi religiosi più importanti. Ma ci sono anche altre testimonianze di rilievo, oggetti di grande pregio, oggi conservate nei musei milanesi, simbolo della raffinatezza del tempo e di una cultura che stava diventando classico-cristiana.

La patera di Parabiago. Segno del passaggio da una cultura all'altra è la Patera di Parabiago, grande piatto in argento dorato, decorato a sbalzo, che raffigura il trionfo di Cibele, divinità orientale legata alla fertilità, il cui culto risulta diffuso in Occidente, negli stessi anni del Cristianesimo. L'oggetto, esempio di grande cultura, è simbolo dell'estremo tentativo del paganesimo di rimanere in auge in un secolo di grandi trasformazioni.

La capsella di S.Nazaro e la teca di Manlia Dedalia. Riporta alla basilica di S.Nazaro il prezioso reliquiario in argento, ritrovato nel 1578. In quell'occasione, in una ricognizione di reliquie voluta dall'Arcivescovo Carlo Borromeo, sotto l'altare maggiore della basilica fu ritrovata questa capsella di forma cubica, elegantemente decorata con scene bibliche, probabilmente un dono imperiale che il vescovo Ambrogio riutilizzò per le reliquie dei santi. All'interno della capsula era conservata una teca sferica, in argento, decorata dall'incisione del nome della proprietaria, Dedalia, amica della sorella di Ambrogio, che forse donò al vescovo l'oggetto per deporvi delle reliquie.

S. Ambrogio, partic. delle tarsie marmoreeS. Ambrogio, partic. delle tarsie marmoree


Tesori da S.Ambrogio.
La basilica di S.Ambrogio mantiene tracce preziose del suo passato, oggi musealizzate nell'Antiquarium. Per esempio si conservano parti dei pannelli in legno di olmo, che ornavano la porta di ingresso alla basilica: decorati ad intaglio, raffiguravano scene della vita di Davide. Oppure le tarsie parietali in marmo e paste vitree colorate, che decoravano la zona del coro della basilica.

Da una chiesa che non esiste più. Al quadro delle basiliche ambrosiane manca all'appello la basilica di S.Dionigi, che si trovava presso i Bastioni di Porta Venezia, lungo la strada verso Bergamo. La chiesa, devastata dai Lanzichenecchi, fu demolita dagli Spagnoli, per lasciare spazio alle mura. Di essa si conservano un disegno del XVI secolo e due sarcofagi, musealizzati rispettivamente al Museo Archeologico e in Duomo. Il primo, in marmo, è pertinente alla sepoltura di Gaio Valerio Petroniano, pagano, e quindi riutilizzato nella basilica: sulla fronte sono raffigurate due figure stanti ai lati di una edicola, mentre sui lati si racconta la vita del personaggio. L'altro sarcofago, in porfido rosso, pietra molto preziosa, in origine custodiva i resti dei vescovi Dionigi ed Aurelio e dei tre martiri romani Canzi, Canziano e Canzianella.