Milano –  “Pino Pinelli. Si può essere poeti con una sola parola. La pittura dagli anni Settanta a oggi”, è la mostra in corso negli spazi della Dep Art Gallery che dopo 10 anni dalla prima sposizione dedicata all’artista, rende omaggio all’artista scomparso lo scorso 30 aprile, all’età di 86 anni.

L’esposizione, a cura di Federico Sardella, ripercorre l’evoluzione della ricerca dell’artista, dalle prime sperimentazioni monocrome degli anni Settanta, al celebre “rettangolo spezzato” che ha segnato la svolta principale nella sua indagine, sino alle grandi disseminazioni e ai lavori più recenti, alcuni dei quali mai presentati.

Pinelli ha dedicato oltre cinquant’anni anni di studio alla pittura e al colore, esplorandone le possibilità, le declinazioni e le potenzialità, senza mai discostarsi dall’intuizione originaria e dando vita a un metodo le cui premesse di analiticità non sono mai venute meno.

Da sempre descritto e incluso in quella tendenza definita da Filiberto Menna come “Pittura analitica”, il suo lavoro, seppur legato al dipingere più tradizionale, sconfina in un ambito che riguarda anche il rilievo e  la tridimensionalità.

Come sostenuto dall’artista stesso: “Il mio lavoro è composto da più elementi: il senso è molteplice, in quanto nel lavoro è presente un problema di gradienza – ossia di lenta trasformazione del dato iniziale (colore); – un problema di interazione con il muro (destinatario passivo), per una relazione totale; un problema di tattilità – trasgressione del materiale (tela non preparata che tradisce la tela stessa, si trasforma); la poetica dei materiali – le opere sono di proporzioni ridotte, pura intenzionalità; tento un riempimento visivo dell’intenzionalità”.

In occasione della mostra è stato realizzato un volume bilingue (italiano e inglese) i cui contenuti sono stati valutati e concordati con l’artista stesso nelle settimane antecedenti la sua scomparsa. Oltre il saggio di Federico Sardella, che colloca l’opera dell’artista nella contemporaneità, attraverso una serie di suggestioni e analogie formali, un approfondimento di Sara Uboldi, che propone una lettura inedita dell’opera attraverso la neuroestetica e un contributo di Lorenzo Madaro dedicato alla produzione in ceramica. Il libro è arricchito da una conversazione tra Pino Pinelli, Federico Sardella e Antonio Addamiano, raccolta e registrata nell’abitazione dell’artista, e un dialogo con Alessandra Pinelli incentrato sulla storia dell’archivio e sulle modalità operative.  La pubblicazione racconta oltre dieci anni di assidua collaborazione tra Pino Pinelli, Antonio Addamiano e Dep Art Gallery, presentando inoltre i grandi eventi proposti in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, quali Palazzo Reale e le Gallerie d’Italia a Milano e il MAMM di Mosca.

La mostra, nella sede della galleria di via Comelico è aperta al pubblico sino al 25 gennaio nei seguenti orari: martedì – sabato 10.30 – 19; chiuso domenica e lunedì.