Milano – Dopo le mostre dedicate a Luca Vitone e Eva Marisaldi, il PAC prosegue la sua ricerca nel mondo dell’arte contemporanea italiana in un arco temporale che abbraccia gli anni ’60.
A definire tale scelta concorre “Più nessuno da nessuna parte” corposa personale di Cesare Viel (Chivasso 1964), a cura di Diego Sileo, promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta dal PAC con Silvana Editoriale.
La struttura della mostra mette in luce il percorso concettuale e creativo dell’artista da sempre fondato sul connubio tra rappresentazione visiva e verbale.
Il ricco panorama creativo di Viel si configura nell’uso del verbo e della fisicità mutuando modi espressivi quali prosa, video, performance, fotografia e disegno, sino a interazioni letterarie con autori quali Inge Borg, Emily Dickinson, Dino Campana, Cesare Pavese, Virginia Wolf, Paul Auster e altri numerosi scrittori.
Ricorrendo con coerente costanza a presupposti come il travestimento, le canzoni, il trucco, la recita, Viel ha inteso mettere in atto, tra sé e gli altri, moti di nuove e purificatrici forme di identità.
Il compito di aprire la mostra è accordato a “Lost in meditation” (1999) installazione dove appare intenso il richiamo all’infanzia trascorsa in Veneto legata al lavoro contadino durante la raccolta del fieno. Un grande disegno “Alluvioni universali” (2010) rimanda al lutto per la perdita della madre, ma al contempo risulta diretto riferimento alle tematiche visuali e filosofiche di Roland Barthes.
Il percorso dell’intera esposizione trova compimento ne “Il giardino di mio padre. Gli oggetti sotterrati” opera eseguita nel 2019 dedicata alla memoria della figura paterna.
Cesare Viel – “Più nessuno da nessuna parte” – Via Palestro 14.
Fino al 1° dicembre 2019.
Orari: martedì-giovedì 9,30-22,30; mercoledì, sabato, domenica 9,30-19,30.
Biglietti: intero Euro 8; ridotto Euro 6,50
Mauro Bianchini