Verbania – “Più oltre, più oltre nel nuovo”. I viaggi di un artista: Guido Boggiani. Si tratta della rassegna dedicata al pittore omegnese allestita al Museo del Paesaggio, a cura di Aurora Scotti con Federica Rabai e Stefano Martinella. Una cinquantina di opere tra tele, disegni, documenti anche inediti e riproduzioni fotografiche ripercorrono buona parte del percorso artistico di Boggiani e dei suoi viaggi.
Quattro le sezioni che ripercorrono il suo racconto: dal Lago Maggiore agli anni romani con la crociera con D’Annunzio in Grecia, dalle esplorazioni in Sudamerica a stretto contatto con le popolazioni indigene all’eredità di Boggiani
Boggiani nasce il 25 settembre 1861 a Omegna sul Lago d’Orta e cresce nella villa di famiglia di Stresa, sul Verbano.
Molto si è detto, e scritto, di lui, esploratore tra Paraguay, Brasile e Argentina e in particolare delle sue esperienze a stretto contatto con le popolazioni indigene del Chaco. Il suo spiccato interesse per le scienze antropologiche lo ha portato più volte, dall’età di 26 anni, in America Meridionale; viaggi che hanno profondamente influenzato le sue opere.
Poco è stato indagato invece della sua attività pittorica.
Allievo di Filippo Carcano, già in giovane età è un artista affermato, a Milano prima,
in particolare con i suoi paesaggi del Lago Maggiore, a Roma poi. Il trasferimento nella Capitale avviene per ampliare le proprie esperienze dopo i numerosi consensi ricevuti. Durante il soggiorno romano accresce la sua fama e pur rimanendo fedele al rapporto col vero e al tema del paesaggio, Boggiani tesse relazioni con movimenti culturali che miravano al rinnovamento delle arti; in quel contesto la nascita dell’amicizia con Gabriele D’Annunzio ed Edoardo Scarfoglio.
Il titolo della mostra “Più oltre, più oltre nel nuovo” è una citazione da Maia, il poema di D’Annunzio pubblicato nel 1903 dove il Vate ricorda con commozione l’amico Boggiani da poco scomparso; lo definisce un Ulisside, spinto dalla sete di conoscenza ad avventurarsi sempre “più oltre, più oltre nel nuovo”.
Con D’Annunzio, Edoardo Scarfoglio, Pasquale Masciantonio e Georges Hérelle, l’artista condivise la crociera sullo yacht Fantasia, un viaggio per mare in Grecia e nell’Italia Meridionale nell’estate del 1895, al rientro dalla sua prima esperienza in Sudamerica.
Nel corso della crociera la stesura di un vero e proprio diario di viaggio e di convivenza
con gli altri ospiti a bordo.
“Ed ora incomincerà la fatica di raccontare agli amici quanto ho veduto in questi due
mesi di viaggio interessantissimo; cosa non tanto facile in verità, poiché molto ho
veduto, e moltissime delle cose vedute sono estremamente difficili da descrivere”
annotava Boggiani.
Dal 1887 la ripresa delle spedizioni sudamericane dell’artista-esploratore. Nel 1896
realizza proprio nella foresta il suo monumentale trittico Il Pan di Zucchero (1901),
oggi della Galleria Giannoni di Novara, in prestito per la mostra verbanese. Sarà il suo
ultimo lavoro. Durante un nuovo viaggio nel Chaco paraguayano non darà più notizie di sé e i resti dell’artista, ucciso con un colpo alla testa, saranno ritrovati solo un anno dopo durante una spedizione appositamente organizzata.
La mostra allestita al Museo del Paesaggio presenta le vedute del lago Maggiore nei grandi quadri ad olio e nei disegni dove spesso compare anche la montagna; gli anni romani (dove realizzò anche diversi ritratti) e la Grecia; il Sudamerica con l’imponente Il Pan di
Zucchero altri disegni ed acquerelli; l’ultima sezione è dedicata all’eredità di Boggiani, ai suoi studi antropologici, alle foto da lui scattate durante la permanenza a stretto contatto con le popolazioni indigene che vengono accostate ad alcune opere dell’artista.
Spiega la curatrice Aurora Scotti: “Questa mostra vuole riconsiderare la vita e l’opera pittorica di Guido Boggiani, formatosi a Milano all’Accademia di Brera seguendo le linee di ricerca di Filippo Carcano e in parallelo con Eugenio Gignous ma poi attivo in più contesti,
lontani dalla sua terra natale. Ripartendo dalle ricerche fatte da Guido Cesura a metà
degli Anni Ottanta, abbiamo cercato di collegare gli approfondimenti sull’artista
all’importante fondo di disegni in possesso del Museo del Paesaggio e fino ad ora
pressoché inediti, in parte relativi alle esperienze giovanili e romane del pittore”.
“Indagare e raccontare l’artista Boggiani da tempo era nelle intenzioni del Museo del
Paesaggio – aggiunge la conservatrice Federica Rabai -. Disegni e tele della nostra collezione sono stati messi in sicurezza e restaurati proprio in occasione della mostra”.
La rassegna è accompagnata da una serie di eventi collaterali che avranno luogo al Museo:
21 giugno: 18.30, incontro con Maurizio Leigheb Guido Boggiani: da artista ad etnologo
5 luglio: 18.30, presentazione del libro di Laura Pariani Selvaggia e aspra e forte
19 luglio: 18.30, presentazione documentario di Alberto Caspani Guido Boggiani: un ulisside nel Gran Chaco del Paraguay
7 settembre: 15, visita guidata alla mostra e ai depositi del museo alla scoperta
di Guido Boggiani con Stefano Martinella
27 settembre: 18.30, incontro con Mario Cimini La crociera della Fantasia: D’Annunzio, Boggiani, Hérelle,Scarfoglio
19 ottobre: 15 visita guidata alla mostra e ai depositi del museo alla scoperta di Guido Boggiani con Stefano Martinella
19 ottobre: 15, con Laura Grassi laboratorio didattico per bambini dai 5 anni dedicato a Guido Boggiani
L’esposizione, ospitata sino al 3 novembre nelle sale di Palazzo Viani Dugnani, in via Ruga, è aperta al pubblico tutti i giorni, martedì escluso, dalle 10 alle 18.
Cenni biografici
GUIDO BOGGIANI Nato ad Omegna nel 1861 da una famiglia novarese di proprietari
terrieri, dove possiede una villa, conosce Filippo Carcano, caposcuola del paesaggio
naturalistico lombardo, diventandone allievo.
Affermatosi giovanissimo ritraendo paesaggi del Lago Maggiore o di località vicine,
conosce a Roma Gabriele D’Annunzio, il quale lo introduce nella bella società romana e
nei circoli artistico-letterari dei giovani talenti.
A 26 anni Guido Boggiani modifica radicalmente la propria esistenza: rinuncia ad un
sicuro successo d’artista e si imbarca per il Sud America alla scoperta della tribù dei
Caduvèi, spostando i suoi interessi artistici nel campo etnografico. Oltre a realizzare
dipinti, durante questo viaggio egli produce una serie di schizzi a matita e china,
alcuni ritratti, sugli usi, costumi, attività degli indigeni, e scrive il testo della sua opera
principale: Viaggi di un artista nell’America Meridionale: i Caduvèi. In una seconda
spedizione realizzerà anche ritratti fotografici di Indios.
Nel 1901 Boggiani parte per il Chaco settentrionale, alla ricerca di una tribù
sconosciuta. Ha appena compiuto 40 anni e da quel viaggio non farà più ritorno.