Venite parvulos – Una giuria di qualità e una nuova proroga. Gli organizzatori del Premio Ernesto Redaelli, "Il libro nel XXI secolo La contemporaneità del libro", intorno a cui ruoterà la "Prima Triennale Internazionale di Arte Figurativa Terra Insubrica" rilanciano il progetto, inusuale nel contenuto e nelle modalità, dando ulteriore possibilità agli studenti, soprattutto quelli esteri, di partecipare ad una manifestazione, che forse stenta a decollare più del previsto, ma che non vuole per questo demotivarsi. Lanciato nell'inverno dello scorso anno, il concorso destinato a studenti e a neodiplomati di accademie artistiche senza limitazioni geografiche ha sin qui visto l'adesione, prevista solo attraverso internet, di un centinaio di giovani con una buona presenza di stranieri. Tra questi, tuttavia, una quarantina quanti pur iscrivendosi secondo le modalità previste dal bando (consultabile in www.varesevive.it/concorso.html) non hanno tuttavia ancora inviato l'immagine dell'opera, un 20×20 a tecnica libera. Un passaggio che per partecipare effettivamente alla selezione è cruciale.
Tempo dunque ancora fino al 15 novembre, per questi e auspicabilmente per altri futuri partecipanti.
Lo scrutinio della competenza – E a dimostrazione di quanto Varesevive, l'associazione culturale presieduta da Giuseppe Redaelli, investa nel progetto, si è andata delineando nelle ultime settimane la composizione della giuria. Una giuria di qualità cui hanno dato disponibilità Luciano Caramel, eminenza della storia dell'arte italiana, Sebastiano Grasso, responsabile della pagine culturali del Corriere della Sera, Franco Fanelli, vicedirettore del Giornale dell'Arte, l'ex direttore dei Musei Civici di Varese, Flaminio Gualdoni e l'editore Egidio Fiorin, già protagonista della mostra Carte d'arte, ospitata a Villa Mirabello nel 2007.
Una scelta di alto profilo, sebbene in controtendenza rispetto alla 'linea verde', – di valorizzazione a tutti gli effetti dei giovani – che è la carta in più su cui si gioca il progetto. Ma, in ogni caso, è la manifestazione di voler misurare il lavoro di artisti in erba con lo scrutinio severo della competenza. Ed è un aspetto, questo, che dovrebbe oltremodo invogliare lo studente a venir fuori dal guscio.