Milano – Progetti espostivi come “Presenze invisibili. L’emarginazione culturale nel mondo femminile”, in corso presso lo Studio Boscovich, non si improvvisano, il tempo impegnato nella ricerca ti testi documentali e privati dalla curatrice Caterina Corni, coadiuvata da Stefano Nespor, ha sfiorato i due anni.
I minimali interventi cromatici messi in atto dal fratello Umberto, fotografo professionista, alle immagini d’archivio presenti in mostra hanno armonizzato e vivificato la femminilità delle protagoniste, arrivando a rendere lieve il peso delle loro esistenze.
L’articolato percorso dell’esposizione denuncia e descrive i meccanismi famigliari e sociali che hanno costretto le sei figure scelte dalla curatrice, a soffocare le loro capacità artistiche e scientifiche.
Il prezzo pagato da Rosalind Franklin (1920-1958) fu devastante.
Grazie al suo contributo nella ricerca sul DNA, altri scienziati ottennero il premio Nobel, senza che lei lo venisse mai a sapere.
Morì a soli trentotto anni stroncata da un cancro alle ovaie.
Mary Anning (1799-1847) fu una delle fondatrici della moderna paleontologia annoverando scoperte di alto valore scientifico, ma fu solo alla sua morte che il potere accademico si accorse di lei consacrandola ufficialmente solo nel 2010.
Scultrice geniale Camille Claudel (1864-1943) allieva e amante di Auguste Rodin era in grado di modellare perfettamente piedi e mani.
Il noto artista ne sfruttò allo stremo le capacità sino a che tale sfibrante sudditanza la portò ad essere rinchiusa, nel 1913, in manicomio.
Prima moglie di Albert Einstein, Mileva Maric (1875-1948) concorse in maniera determinante alle scoperte in campo fisico del marito, dato emerso dal diario di questi dove ammetteva l’essenzialità del lavoro di Mileva.
La statunitense Esther Lederburg (1922-2006) pioniere della genetica batterica risultò fondamentale per il conseguimento, da parte del primo marito, del premio Nobel nel 1958.
Pianista geniale Maria Anna Mozart (1751-1829) visse per tutta la vita all’ombra del fratello Amadeus,nei confronti del quale si sacrificò totalmente, sovvenzionando a inizio carriera, non senza sacrifici economici, le tournée del fratello.
“Ho iniziato a desiderare una vita casalinga” Questo confidava al suo diario “ Solo perché era l’unico desiderio che mi era permesso”.
“Presenze invisibili. L’emarginazione culturale nel mondo femminile” –Studio Boscovich, Via Settembrini 7. Fino al 27 giugno 2020. Orari: lunedì-venerdì 9-19,30; sabato 9-13