Logo 'Un capolavoro per Milano'Logo 'Un capolavoro per Milano'

Due "piccoli" grandi capolavori insieme – L'appuntamento ormai classico con "Un Capolavoro per Milano", al Museo Diocesano, quest'anno giunto alla sesta edizione, ci ha abituato ad incontrare l'arte, quella con la 'A' maiuscola, da vicino, con il silenzio e la concentrazione necessari per goderne appieno i doni, che offre a chi vede, attentamente, non solo con gli occhi.
Questa possibilità di ammirare un'opera d'arte, una soltanto, è ancor più accentuata ed elevata al quadrato, quando si scopre l'opera protagonista dell'edizione 2008, ossia la Giuditta e La scoperta del cadavere di Oloferne di Sandro Botticelli.

Visti da vicino – Si tratta di due tempere su tavola di piccole dimensioni (31×25 cm), che spesso passano innavvertitamente inosservate anche laddove sono esposte usualmente, nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Nella loro nuova e temporanea sede milanese la piccola dimensione e la collocazione solitaria, ne esaltano ulterioremente la bellezza, e il fine per il quale probabilmente lo stesso Botticelli le realizzò nel 1470 circa. Infatti, è legittimo pensare che fossero destinate

'La scoperta del cadavere di Oloferne''La scoperta del cadavere di Oloferne'

ad una devozione privata e quindi ad una contemplazione ravvicinata, inoltre lo stretto legame narrativo le rende pendant l'una dell'altra, pur essendo da un punto di vista puramento artistico due veri e propri esempi dell'arte di fine Quattrocento, entro la cifra stilistica inconfondibile botticelliana. Si parla di un dittico, già in un documento degli anni ottanta del Cinquecento, in relazione ad un dono di Rodolfo Sirigatti a Bianca Cappello. In seguito ereditato dal figlio di Bianca, Don Antonio de'Medici e infine giunto agli Uffizi, che lo ha conservato dal 1632 fino ad oggi, intatto.

La fonte della storia – Botticelli pur sentendo l'influenza di artisti, come il Verrocchio, il Pollaiolo e il Mantegna esprime un'arte tutta improntata verso la ricerca della Bellezza. Siamo in pieno Rinascimento e nel momento più alto in cui l'uomo è al centro dell'interesse e del mondo, lui cerca un'altra via quella della Bellezza che eleva ed avvicina a Dio. La storia di Giuditta è esemplare in questo e la sua pittura fa da tramite alla comprensione della missione che ciascuno deve scoprire e assolvere nella propria vita. La fonte naturalmente è la Bibbia e il libro di Giuditta fa parte degli scritti deuterocanonici, probabilmente non ha un fondamento propriamente storico, ma è comunque ambientata al tempo delle campagne militari del re Nabucodonosr contro Giuda.

Punti di vista – La tavoletta dipinta con Il ritorno di Giuditta a Betulia irradia luce ed eleganza ed una calma 'sconcertante' se, chi guarda, si contrappone a Giuditta: lei, sembra venirci incontro, il suo sguardo si volta lievemente indietro, questo particolare potrebbe essere fonte di riflessione, ha in mano contemporaneamente la spada, con la quale ha inferto il colpo mortale e reciso la testa di Oloferne, il nemico invasore e nell'altra porta il ramo d'ulivo, simbolo di pace. Sconcertante, forse. Ma, se il punto di vista cambia e ci accodiamo alla servente,

'Il ritorno di Giuditta a Betulia''Il ritorno di Giuditta a Betulia'

che porta la testa decapitata del nemico nel cesto, percepiamo la grandezza di ciò che ha fatto Giuditta, di quello sguardo delicatamente riservato. Comprendiamo la fortezza e l'unicità dell'azione, di una giovane donna che, con coraggio, ha salvato il suo popolo, assolvendo ad un compito umanamente impossibile. L'eroina biblica è esemplarmente interpretata come una figura mariana decisa, per la salvezza del suo popolo, all'estremo sacrificio.

Atmosfera cristallizzata – Splendida è la tavoletta dipinta con La scoperta del cadavere di Oloferne, popolata delle figure dei cavalieri, che abbracciano simbolicamente il loro comandante in un dolore silenzioso e composto.
Il corpo nudo di Oloferne è straordinario nella resa e raffinatezza pittorica: le curve sinuose e il gioco delle lenzuola, che avvolgono, appena, il corpo nudo, fanno tutt'uno con quell'atmosfera cristallizzata, nella quale il gesto provvido del cavaliere in centro, il cui volto non vediamo, suscita la disperazione di chi ha perso per sempre la propria guida. La spada in primo piano tenuta dal cavaliere, che si trova a destra del dipinto scandisce, infine, il punto di rimando narrativo alla Giuditta, in un infinito richiamo tra storia narrata e bellezza artistica del dittico botticelliano.

'Un capolavoro per Milano'
La Giuditta di Botticelli

Museo Diocesano di Milano (Corso di Porta Ticinese, 95)
Apertura: dal 1° ottobre al 14 dicembre 2008 ore 10.00 – 18.00
Riposo settimanale: tutti i lunedì
Biglietti: € 8,00 intero; € 6,00 gruppi; € 5,00 ridotto; € 2,00 scolaresche
Catalogo Silvana Editoriale

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