Una delle più belle canzoni di Francesco De Gregori recita: "Un giocatore si vede dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia".
Nella stessa misura, il livello progettuale di uno scultore, si vede dalla qualità dei suoi disegni.
Il coraggio di Salvatore Tulipano, sta nella determinazione del suo tratto privo di incertezze, con il quale traccia su superficie piana, le strutture pensate per la tridimensionalità.
In quei progetti in embrione, si coglie, oltre all'affermazione dell'idea dominante, una gestualità vibrante il cui intento è fare intendere come scultura e progettualità architettonica possano convivere.
L'altruismo consiste nel concepire sculture che non sono fini a se stesse, per intenderci: le opere di Salvatore Tulipano non si limitano a composizioni di forme e volumi, l'artista nel concepirle pensa alla loro fruibilità sociale, l'essere al tempo stesso scultura e idea architettonica apre a ipotesi di percorribilità e fruibilità da parte dell'uomo.
La fantasia si esplicita nella non convenzionalità delle opere, nel loro senso dinamico, nella loro energia spaziale, nell'essenzialità delle scelte cromatiche tali da conferire alle forme andamenti di fuga e al di là delle limitate dimensioni delle opere, si intende come l'artista, sia in grado di pensare in grande.
Le grandi idee nascono così, da uno schizzo tracciato con impeto su un pezzo di carta.
Di queste caratteristiche è composta la prima personale del giovane Salvatore Tulipano (classe 1985) dal titolo "Plastic/Architectonic Block", che contraddistingue anche prima mostra del decennale dello Spazio Danseei.
La gentilezza di Fermo Stucchi responsabile dello Spazio Danseei ci ha permesso di essere presenti durante
l'allestimento della mostra di Salvatore Tulipano, al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Ad accompagnare le sculture vi sono anche alcuni disegni, a tal punto è inevitabile chiederle che importanza ha per lei il disegno?
"Il disegno per me è fondamentale, è il punto di partenza di ogni progetto plastico, senza il disegno non esiterebbero i progetti, anche se poi in fase della realizzazione concreta della struttura, riseco a distaccarmene".
Di ogni scultura è interessante sapere quali sono i materiali usati dall'artista, Lei che materiali usa?
"Uso cartone pressato e cartoncino verde misto legno".
L'impressione che si ha è di trovarsi di fronte a materiali pesanti, lei in tal modo intende fare intendere al visitatore, l'uso di materiali diversi da quelli reali?
"No, non questo il mio intento, c'è un discorso pratico, sono materiali che posso che posso tagliare facilmente usando una squadretta e un taglierino e ciò mi permette di creare determinate articolazioni di forme, in maniera, tra virgolette, veloce".
Osservando le sue opere si ha l'impressione che lei, oltre all'aspetto estetico pensi anche ad una fruibilità sociale.
"Già in fase di realizzazione penso alla possibilità di un essere umano che attraversa queste mie strutture, è ovvio che ognuna di esse, ha una sua specificità, alcune sono più ostili rispetto ad altre, sono visibili le aperture, quindi è facile immaginare come un uomo possa entrare e attraversarle, altre hanno caratteristiche più contemplative al primo impatto, andando nello specifico si possono immaginare vetrate, ascensori, piani d'apertura; ma anche quando l'opera rimane più chiusa in se stessa, il rapporto con l'uomo è fondamentale".
A questo punto le chiedo qual è il confine fra artista e architetto?
"Premetto, non sono un' architetto, io parto sempre dalla scultura perché è la forma plastica che mi interessa, il discorso dell'architettura va ad aprire tante porte che portano al discorso della funzionalità. Ingigantendo le dimensioni su scala architettonica cambiano i parametri di realizzazione e di fattibilità, invece l'aspetto scultorio lascia aperte più possibilità di immaginazione".
Salvatore Tulipano – "Plastic-Architectonic Block"
Olgiate Olona, Spazio Danseei Via Oriani 62
Fino al 3 marzo
Orari: dal venerdì al sabato dalle 16.00 alle 19.00