Proiezioni di luce vuole essere ricordo, passione, immediatezza, spirito vitale, omaggio, andare oltre. Il linguaggio artistico di Cesare Canuti, pittore poliedrico e imprevedibile – nelle sue scelte e nelle sue ispirazioni – da sempre appassionato nel rappresentare forme e segni della natura, quali sublimi paesaggi e realtà oggettive che scorrono davanti agli occhi di un attento osservatore, quale lui è, si distacca dal livello originario del suo quotidiano percorso creativo, e intraprende sentieri paralleli, elabora idee spaziali, trasfigura sogni e sentimenti, tra l'astratto e l'informale.
Però prima di arrivare a questa nuova sensibilità, vale a dire agli spazi infiniti, alle nebulose dell'Io e della psiche – agli orizzonti di pura luce o alle porte dell'inferno -, la sua inventiva e fantasia si alimentano di presa di coscienza e di denuncia di un mondo, il nostro, a un bivio tra nuove forme di potere e di infinite debolezze e dipendenze della nostra mente. Nel suo approccio metafisico rappresenta i simboli del consumismo, del mercato di massa e i leader della finanza e delle multinazionali con ironia e forza dissacrante (vedi Paesaggi della mente, Varese 2013 e Metafore, Gavi 2014).
Oggi l'artista vuole mantenere alto il suo impegno e continuare la sua lotta ma dall'interno della sua immaginazione e creatività, in un percorso intimo come un viaggio nel tempo e nello spazio, senza più riferimenti oggettuali se non prendendo ispirazione dai Concetti Spaziali e dalle invenzioni del genio artistico che fu Lucio Fontana, scultore e pittore figurativo, poi astratto e informale e infine spaziale. I suoi nuovi lavori sono quindi improntati allo spazialismo, alla luce, a nuove visioni della realtà, specchio di una tensione interiore e anelito di sintesi tra fermenti emotivi, moti immaginativi, slanci inconsci e pensieri razionali.
I suoi nuovi lavori sono quindi improntati allo spazialismo, alla luce, a nuove visioni della realtà, specchio di una tensione interiore e anelito di sintesi tra fermenti emotivi, moti immaginativi, slanci inconsci e pensieri razionali.
Canuti incontra il lavoro di Fontana da ragazzino, appena adolescente, pronto a recepire qualsiasi stimolo e intuizione con l'audacia e la passione della sua età e sogna di diventare un pittore, quale poi diventerà. E' una folgorazione. Però la sua sensibilità e formazione lo porteranno all'arte figurativa e a un lungo percorso di sperimentazione e di riflessione.

Adesso il pittore genovese nel suo nuovo ciclo di opere è sempre di più all'ascolto delle sue pulsioni, della sua energia irrazionale – spirito inventivo -, e allo studio e all'analisi storica del percorso creativo di Fontana. E' attratto e affascinato dall'arte gestuale, vitalista e visionaria del fondatore dello Spazialismo, così come dai suoi tagli, dalle sue perforazioni, dalla sua ricerca di spiritualità, – nel superamento di preconcetti e condizionamenti di secoli di pittura e di scultura -, e dalla sua innovativa percezione e intuizione della forza di una terza dimensione in arte, tra essenzialità e vitalismo. Fontana scriveva: "Credo a Van Gogh, colore-luce. Credo a Boccioni, dinamismo plastico. Credo a Kandisky, astrattismo concreto. Credo anche agli spaziali, tempo-spazio".

Eppure le sperimentazioni, la ricerca dell'oltre, l'appassionarsi allo stupore e alla meraviglia per le bellezze del creato sono innate nell'uomo di poesia e di arte, e Canuti, attraverso i suoi smalti, i suoi acrilici e spray su tela, svolge lo sguardo alla luce-colore, agli abissi del cuore, e alla contemplazione della natura alla ricerca di unità e di armonia tra le forze del cosmo e della propria mente. Questo suo lirico e poetico sentire è affine al sentimento di Pascal quando egli osserva che "L'uomo contempli, dunque, la natura tutt'intera nella sua alta e piena maestà, allontanando lo sguardo dagli oggetti meschini che lo circondano. Miri quella luce sfolgorante, collocata come una lampada eterna a illuminare l'universo; la terra gli apparisca come un punto in confronto dell'immenso giro che quell'astro descrive, e lo riempia di stupore il fatto che questo stesso vasto giro è soltanto un tratto minutissimo in confronto di quello descritto dagli astri roteanti nel firmamento. E se, a questo punto, la nostra vista si arresterà, l'immaginazione vada oltre…" (L'uomo nell'universo, Blaise Pascal).
Eppure niente nasce per caso, e quindi la sensibilità artistica di Canuti riluce di nuovi percorsi e di nuove idee, in un viaggio nell'arte del passato, sempre viva, per assaporare e conquistare il mondo del possibile, partendo dall'interiorità e dal suo sentire intuitivo, ma conscio del ruolo importante che giocano l'intelletto e le conoscenze acquisite e rielaborate nel tempo.
Tuttavia il mondo e l'illimitato universo ci inducono a riflettere sulla indeterminatezza delle nostre azioni, sulla fragilità dell'uomo e sulla sua solitudine, e l'artista Canuti è concorde con le riflessioni di Italo Calvino nelle sue mirabili e visionarie proposte per il tempo che verrà, e che stiamo già vivendo, e in particolare sul valore da salvaguardare della creatività e dell'arte, perché, parafrasando il suo intento narrativo sul finire delle Lezioni americane: "L'arte rimane viva solo se ci poniamo obiettivi smisurati, al di là di ogni speranza di conseguimento. Solo se i poeti e i pittori si pongono compiti che nessun altro osa immaginare, la pittura continuerà ad avere una funzione".

Lorenzo Mortara (Proartile) 2015

 

Info.

Sala Nicolini, via Nicolini 2, Varese
Inaugurazione Sabato 21 marzo alle ore 16.30
Aperta fino all'11 aprile 2015 (ingresso libero)
Orari: venerdì, sabato: ore 16.00/19.00 – domenica: ore 10.00/12.00 e 16.00/19.00
340.17.07.298 – info. lorenzomortara@yahoo.it